Migranti, Meloni ad Atreju: “I centri in Albania funzioneranno”
La sinistra, i sindacati e i magistrati. Ma pure «i guru dell’antimafia», i «campioni olimipici dei giochi di palazzo», «gli uccelli del malaugurio» e «i tifosi dello spread». L’ultimo atto di Atreju offre a Giorgia Meloni l’occasione per sfilarsi dalle scarpe una lunga serie di sassolini.
Dal palco che ha ospitato oltre cinquecento ospiti in sette giorni, tra cui Javier Milei sabato e, ieri, pure Antonio Tajani, Maurizio Lupi e Matteo Salvini (in collegamento), la leader di FdI lancia una sorta di intemerata contro vari nemici del centrodestra e, all’avvio del suo terzo anno a palazzo Chigi, rimarca il più classico del “noi contro loro”.
L’incipit è più o meno abituale e parte dalla difesa della sorella Arianna «che nella foga di dover piazzare amici e parenti, ha trovato il tempo di organizzare Atreju», per arrivare fino alla promessa di realizzare a qualsiasi costo il modello Albania messo in stand-by dalle sentenze «irragionevoli» dei giudici che hanno riportato i migranti in Italia. «Dovessi passarci ogni notte da qui alla fine del governo italiano - giura la premier sotto la tensostruttura allestita al Circo Massimo - i centri in Albania funzioneranno».