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Uccisa dell’ex a Senago, Impagnatiello avvelenava Giulia e il feto da mesi4Foto© milano.repubblica.it

Uccisa dell’ex a Senago, Impagnatiello avvelenava Giulia e il feto da mesi

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Giulia Tramontano e il bambino che portava in grembo erano un ostacolo da eliminare a ogni costo. Per questo Alessandro Impagnatiello avrebbe avvelenato la compagna già dal primo trimestre di gravidanza. La conferma, dopo la notizia anticipata da ilGiornale.it nei giorni scorsi, è arrivata oggi. Le agenzie di stampa hanno battuto l'informazione poco fa, cioè solo dopo che consulenza autoptica è stata depositata oggi in Procura a Milano.

E da questa emerge che è stato trovato il veleno, cioè il Bromadiolone, sia nel sangue della ragazza che nei capelli del feto di sette mesi che portava in grembo. La pm Alessia Menegazzo e i carabinieri della squadra omicidi di Milano sono convinti che la somministrazione sia avvenuta nell'arco di diversi mesi con piccole dosi ma con un "incremento" della somministrazione "nell'ultimo mese e mezzo". Ed è questa una versione compatibile con le ricerche su internet effettuate da Impagnatiello già a gennaio su come avvelenare una donna incinta.

L'ipotesi principale della procura è che - almeno in un'occasione - Impagnatiello abbia provato (senza riuscirci) ad avvelenare Giulia Tramontano versando la sostanza tossica in una tazza con una bevanda calda. Non è escluso che lo scopo fosse uccidere il bimbo, così da rendere più semplice "abbandonare" la compagna.