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Lucio Corsi: “Volevo essere un duro, ma soprattutto un inventore di ricordi”4Foto© lapresse.it

Lucio Corsi: “Volevo essere un duro, ma soprattutto un inventore di ricordi”

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‘Volevo essere un duro’. No, in realtà Lucio Corsi voleva essere un vero artista e ci è riuscito Il disco ‘Volevo essere un duro’ è uscito oggi, venerdì 21 marzo, su tutte le piattaforme ed è molto più di un semplice disco: è un biglietto d’ingresso nel mondo di Lucio Corsi. Un mondo fatto di storie, vere o verosimili che siano poco importa, che parlano di provincia, di vita vissuta. Già, la vita vissuta. Quello che emerge prepotente da questo album è che Lucio Corsi non si limita ad osservare il mondo, ma lo vive.

Non si dà arie “da duro”, non parla di “bling bling”, “ganja” o di orologi costosi. Lucio Corsi racconta la vita, quella che vede e quella che vive. Fa il cantautore. Anzi, è un cantautore. E con l’album ‘Volevo essere un duro’ si può a buon diritto affermare che l’Italia ha trovato il proprio menestrello, un prosecutore - attenzione, non erede. Ma un artista che fa continuare un percorso - della scuola cantautorale italiana.

‘Let there be Rocko’, ‘Francis Delacroix’ e ‘Nel cuore della notte’ sono tre perle, tre regali per i quali non smetteremo mai di ringraziare Lucio Corsi e chi ha avuto il coraggio e la lungimiranza di credere nel suo progetto artistico. Tratteggiano dei mondi, creano immagini: fanno vivere delle parole.