
La Cassazione annulla la condanna al patron di Eternit, processo da rifare per Stephan Schmidheiny
Ancora uno stop ai processi Eternit. La Cassazione ha annullato (con rinvio) la prima delle condanne per omicidio colposo inflitte all’industriale svizzero Stephan Schmidheiny, quella a un anno e otto mesi pronunciata dalla Corte d’appello di Torino, che già aveva ridotto la pena inflitta dal tribunale in primo grado a quattro anni. Ancora non si conoscono le ragioni del provvedimento. Il processo riguarda, in particolare, la morte di Giulio Testore, dipendente dello stabilimento Saca Eternit di Cavagnolo (Torino), avvenuta nel 2008 per una malattia legata all’esposizione all’amianto.
Quello arrivato al vaglio della Cassazione è l’apripista dei diversi processi innescati dall’inchiesta della procura di Torino chiamata Eternit bis. L’accusa contestava l’omicidio volontario sul presupposto che Schmidheiny fosse a conoscenza del problema e non avesse dato disposizioni per risolverlo. Ma i giudici si sono detti di diverso parere.
A Napoli il magnate svizzero è stato condannato in primo grado a 3 anni e 6 mesi per omicidio colposo per il decesso di un solo ex dipendente di Bagnoli. A Novara, per i 390 decessi di Casale Monferrato è stato giudicato colpevole di omicidio colposo e condannato a 12 anni.