
Boeri, sono un architetto non un cementificatore
Un’autodifesa personale che è allo stesso tempo un attacco all’inchiesta e alla stampa. L’architetto Stefano Boeri indagato nell’inchiesta sulla speculazione urbanistica a Milano – che vede iscritti anche lo stesso sindaco di Milano, imprenditori, professionisti e funzionari pubblici – in un lungo post sui social dice di avere fiducia nella magistratura, parlando di “processo mediatico”.
L’ideatore del Bosco verticale – per cui è stato chiesto il processo per il caso della Biblioteca europea ed è indagato anche per il progetto del Bosconavigli – sui social in cui respinge l’accusa di essere un “cementificatore” scrive di essere stato “oggetto di una violenta campagna diffamatoria, dovuta in particolare alla diffusione di una serie di frammenti decontestualizzati di miei messaggi privati, trasmessi agli organi di informazione prima che ai miei legali e al sottoscritto.
Una situazione incresciosa, non nuova in Italia, che sull’onda di un processo mediatico trasforma in colpevole chi, come nel mio caso, è semplicemente coinvolto in un’indagine preliminare”.