
Associazioni cinema, 'riparte dialogo con Giuli sul tax credit'
“Non ho firmato la lettera perché non credo sia il caso di fronteggiarsi faccia a faccia, – ha affermato – anche se condivido quanto c’è scritto. Credo che l’approccio debba essere diverso, dovremmo trovare una mediazione, la moderazione. Abbiamo un ministro della Cultura che si è espresso, abbiamo avuto autori e registi che si sono espressi”.
E ancora: “Spero ora si trovi una soluzione utile a tutti. Il problema vero non sono io, i registi o gli autori, ma le 250mila persone che lavorano nell’indotto cinematografico e che per il 65% sono a casa senza possibilità di futuro. Questa è la cosa più importante perché il cinema è fatto da loro. Vedremo ora gli effetti che tira fuori”.
La missiva si apriva con parole precise: “La situazione lavorativa e produttiva del cinema italiano è indubbiamente in crisi. Negli ultimi due anni il quadro di complessiva incertezza normativa e i ritardi, generati in primis dall’operato del Governo nella gestione della riforma del Tax credit, hanno causato una crisi di sistema che ha colpito molte produzioni, soprattutto le più piccole e indipendenti, e ha lasciato senza lavoro centinaia di lavoratrici e lavoratori, a cui manca anche un sostegno al reddito per il 2025 e un sussidio di recupero salariale e contributivo per il 2024”