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Testimone di Geova rifiuta la trasfusione, ma il chirurgo la opera e le salva la vita: ora rischia la denuncia2Foto© ilmattino.it

Testimone di Geova rifiuta la trasfusione, ma il chirurgo la opera e le salva la vita: ora rischia la denuncia

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Il lieto fine, almeno dal punto di vista medico, c’è stato: la paziente sta bene ed è salva. Ora però non è escluso che il chirurgo che l’ha operata d’urgenza possa essere denunciato - e poi indagato - per violenza privata. Questo perché la donna è una Testimone di Geova e, per motivi religiosi, non voleva assolutamente che le venisse praticata una trasfusione di sangue.

Ma il medico del Policlinico Umberto I di Roma, trattandosi di un intervento d’urgenza, che richiedeva appunto un’emotrasfusione, ha scelto comunque di operarla, sapendo di poter incorrere in un reato. La giurisprudenza in materia, infatti, è chiara e si muove sulla base di due principi costituzionali: l’autodeterminazione in materia di trattamento sanitario e la libertà religiosa.

Per i medici, però, fa fede il giuramento di Ippocrate, che recita così: «Regolerò il tenore di vita per il bene dei malati secondo le mie forze e il mio giudizio».