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Stupro Palermo, Ermal Meta: “Mie parole dettate dalla rabbia”12Foto© palermo.repubblica.it

Stupro Palermo, Ermal Meta: “Mie parole dettate dalla rabbia”

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Ermal Meta, intervistato questa mattina a TG1 Mattina Estate, spiega così i suoi tweet di ieri sullo stupro di massa avvenuto a Palermo. “Ciò che ho scritto d’istinto è stato dettato dalla rabbia di un libero cittadino. Il dolore non deve essere necessariamente personale per poterlo sentire. Ho conosciuto persone che hanno subito stupri e dopo vent’anni il loro dolore è ancora vivo” ha detto il cantante.

L’artista ha chiesto “pene esemplari” contro gli stupratori e ha aggiunto: “Lì in galera, se mai ci andrete, ad ognuno di voi ‘cani’ auguro di finire sotto 100 lupi in modo che capiate cos’è uno stupro”. “Quando compi uno stupro – continua Ermal Meta al Tg1- l’eco di quel crimine dura per tantissimo tempo. Io non ho conosciuto stupratori che hanno fatto 25 anni di galera, ma ho conosciuto vittime di stupro che hanno fatto 20 anni di psicofarmaci. Non è quella forse una prigione?”.

Alle polemiche sull’aver scatenato l’odio dei social, Ermal Meta risponde: “Io non ho scatenato nessun odio. L’odio viene scatenato da una certa passività. Spesse volte il non interesse su quello che accade viene travestito da una sorta di garantismo, e non può essere più così”. “È giusto educare“, conclude Ermal Meta “ma è giusto anche punire qualora l’educazione non funzioni. Tutti i giorni incontro persone che esprimono le proprie paure e la più grande paura è diventata quella dell’altro”.