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Non c'è bisogno di più tasse e di più Europa2Foto© repubblica.it

Non c'è bisogno di più tasse e di più Europa

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Il fumo fa male: senza dubbio. A loro volta, in certe circostanze, le grandi imprese possono usare le risorse di cui dispongono per controllare il sistema politico e ottenere trattamenti privilegiati. C'è però da chiedersi se abbia senso usare tutto ciò in maniera pretestuosa per introdurre imposte (che, tra l'altro, in Italia porterebbero un pacchetto di sigarette sopra i 6 euro) e, soprattutto, per sbilanciare ulteriormente gli equilibri istituzionali continentali.

Dinanzi a una Commissione europea che immagina altre tasse sui tabacchi e sulle aziende che superano i 50 milioni di fatturato si deve allora essere preoccupati. Le nostre economie già adesso soffrono a causa di un prelievo fiscale altissimo e non torneremo a essere competitivi se invece che invertire la rotta si userà questa o quella scusa ideologica dal salutismo all'invidia sociale per dilatare il peso degli apparati pubblici.

È inoltre pericoloso che a Bruxelles ci si voglia affrancare dalla dipendenza dai contributi degli Stati membri. È chiaro che gli eurocrati non vogliono assolutamente un ordine confederale e basato sulla sussidiarietà, tale da lasciare la maggior parte delle competenze vicine ai cittadini, ma invece ambiscano a costruire un centro di potere lontano, affidati a "esperti" e quasi senza controllo, che non risponda di quanto fa non soltanto ai singoli cittadini, ma neppure agli Stati.