Morto Mauro Morandi, il custode dell’isola di Budelli
Da solo, arrampicandosi sulla roccia più alta di Budelli, in una notte con tantissime stelle, Mauro Morandi si fece scendere una lacrima. E all’improvviso l’uomo che aveva sempre mille storie da raccontare ebbe persino difficoltà a parlare: «Se mi cacciano da qui io muoio subito. Ma se muoio vorrei che le mie ceneri venissero sparse in questo mare».
Lontano da quell’aria e da quella vista, senza l’eco delle onde di giorno e di notte, non potendo più respirare il profumo dei ginepri e obbligato a rinunciare al privilegio di lavarsi la faccia nell'acqua gelida dell’Arcipelago, il re di Budelli ha fatto esattamente quello che aveva immaginato.
Ha resistito tre anni e ha ripreso il largo, abbandonando una vita che non poteva essere compatibile con l’indole del solitario: lo sapeva che non ce l’avrebbe fatta a campare tra il traffico e i rumori, in mezzo al viavai della gente, dove si sentono i clacson e si litiga, lontano dai gabbiani e da quei serpentelli che ogni tanto si presentavano nel suo rifugio di fortuna.