La ministra Roccella ignora la protesta per figli di coppie gay e ritira fuori la maternità surrogata
L'attacco alla comunità Lgbt da parte del governo non si sta concretizzando solo attraverso i tanti no alla concessione di nuovi diritti, come la bocciatura Certificato europeo di filiazione proposto dall'Ue che avrebbe potuto facilitare il riconoscimento di tutti i figli all'interno dei Paesi membri, a prescindere dalla modalità con cui sono stati concepiti, ma si sta verificando anche sul piano del linguaggio, sempre più violento e ideologico
Non bastava infatti il blocco alla trascrizione automatica nel Comune di Milano sul registro dell'anagrafe per i figli delle coppie omogenitoriali. Il vicepresidente della Camera Rampelli (Fdi) ha voluto aggiungere anche una dichiarazione fortemente discriminatoria: "Se due persone dello stesso sesso chiedono il riconoscimento, e cioè l'iscrizione all'anagrafe, di un bambino che spacciano per proprio figlio significa che questa maternità surrogata l'hanno fatta fuori dai confini nazionali", ha detto ieri sera durante la trasmissione In Onda su La7.
L'esponente di Fratelli d'Italia ha risposto in questo modo a una domanda della giornalista Concita De Gregorio sul mancato riconoscimento in Italia dei figli delle coppie omosessuali, a seguito dello stop imposto dal ministro dell'Interno Piantedosi al Comune di Milano e sul voto in commissione Politiche dell'Unione europea che ha respinto la proposta di regolamento Ue. La conduttrice ha subito replicato: "Non è che lo spacciano, il bambino è figlio loro, figlio di una madre o concepito dal seme di un uomo della coppia o figlio adottato".