Emanuela Orlandi, nuovo audio: «Basta fa male, lasciami stare». Pubblicato un nastro inedito
Una nuova inquetanto prova relativa alla scomparsa di Emanuela Orlandi ricompare a oltre 40 anni da quel tragico giorno: si tratta dell'audio estratto da una cassetta inviata all'Ansa, in cui si percepisce ed è chiaramente riconoscibile la voce della ragazza.
Nonostante il fatto che siano tuttora in corso tre differenti inchieste sul caso, e pur essendo emerse anche di recente delle prove in grado di fornire agli inquirenti importanti indizi sulla base dei quali ampliare il campo delle indagini, la vicenda rimane ancora oscura. Ad oggi sappiamo che nel luglio del 1983, ovvero un mese dopo il rapimento della giovane, qualcuno lasciò una cassetta sotto il colonnato di San Pietro: il supporto audio, presumibilmente lì posizionato dai presunti responsabili, fu prelevato da alcuni funzionari del Vaticano.
Non si trattava, tuttavia, dell'unica testimonianza del genere: una seconda cassetta, infatti fu inviata alla sede dell'Ansa di Roma. Gli estratti audio hanno dato vita a numerose trascrizioni. Nel lato A del supporto sono incise delle voci maschili le quali, con evidente accento straniero, leggono ai destinatari del messaggio un comiunicato in cui viene richiesta la liberazione di Alì Agca, l'attentatore di Giovanni Paolo II, in cambio di quella di Emanuela Orlandi.