Charlie Hebdo e la libertà di blasfemia
Con i dodici cadaveri ancora caldi in redazione, eravamo tutti Charlie Hebdo. Poi pian piano ci siamo accorti che eravamo Charlie Hebdo, ma con delle riserve. E infine siamo finiti a pensare che va beh, i fratelli Kouachi forse hanno esagerato a sterminarli in nome di Allah nel 2015, ma insomma, questi maleducati un po' se la sono cercata.
La vignetta pubblicata dal foglio satirico francese il 16 agosto riapre quello che è un tema interculturale sotterraneo di questi anni, ovvero se esiste un limite alla libertà - di parola, di satira e anche di insulto - in una società liberale come quella occidentale.
La vignetta (foto) ritrae la Madonna di Lourdes coperta dalle pustole del vaiolo delle scimmie, mentre una folla di fedeli indispettiti le rivolge fumetti di insulti, tra i quali «bugiarda» è il più gentile e meno blasfemo. Per dire, a Maometto - che fu disegnato con una bomba nel turbante o mentre si copriva la faccia lamentando che «è dura essere adorati da dei coglioni» - era andata meglio.