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Si riapre la partita sulla legge elettorale2Foto© adnkronos.com

Si riapre la partita sulla legge elettorale

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Foto: Emmanuele Contini / NurPhoto

La strada è sì lunga, ma intanto la maggioranza di governo fissa i primi paletti, circoscrivendo il campo d'azione e spazzando via in un sol colpo ogni ipotesi di proporzionale puro (inviso al Pd e al segretario Nicola Zingaretti). I dem, però, devono 'cedere' sul maggioritario, che esce di scena, per la gioia di M5s e Leu. Scelta che, in realtà, non dispiace nemmeno a Italia viva. Il timing che i giallorossi si sono dati, poi, è abbastanza serrato: entro un mese, al massimo il 20 dicembre, sarà incardinata in commissione alla Camera la proposta di riforma della legge elettorale.

È l'esito del primo vertice sulla riforma del sistema di voto, durato circa due ore e terminato - come ormai da prassi della nuova maggioranza - con un documento unitario in cui si dice chiaramente che, "in coerenza con il programma di Governo che si e' posto l'obiettivo di incrementare le garanzie di rappresentanza democratiche, assicurando il pluralismo politico e territoriale, si è convenuto che non siano praticabili soluzioni fondate su collegi uninominali maggioritari né modelli proporzionali senza correttivi".

In sostanza, sono due le ipotesi su cui si lavorerà, anche se l'accordo è ben lungi dall'essere vicino: un doppio turno nazionale, con la possibilità di apparentamenti tra il primo e il secondo turno, e un proporzionale con soglia di sbarramento alta, almeno al 5%. Il primo sistema piace al Pd che, seppur abbia acconsentito ad accantonare i collegi uninominali, non ci sta a rinunciare del tutto ai correttivi maggioritari. Il secondo modello piace ai 5 stelle.