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La Cina censura il finale di Fight Club per far vincere le autorità3Foto1Video© agi.it

La Cina censura il finale di Fight Club per far vincere le autorità

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L’intervento nella versione in streaming. Gli altri casi di intervento dei censori di Pechino

Qual è il primo mercato mondiale per il cinema? La Cina. Quanti film stranieri vengono distribuiti in Cina ogni anno? Soltanto 34. Qual è il film che al mondo, nel 2021, ha incassato di più? «La battaglia del lago Changjin», patriottica produzione cinese sulla guerra di Corea che racconta una vittoria delle truppe di Pechino contro quelle americane, costato 180 milioni di euro e che ha incassato finora quasi 800 milioni di euro, tutti esclusivamente al botteghino cinese.

La storia che segue assume connotati nitidi soltanto tenendo sempre in mente questi tre elementi. Chi ha visto «Fight Club», il film del 1999 con Edward Norton e Brad Pitt ispirato al romanzo di Chuck Palahniuk (Mondadori), storia di una setta anarcoide che organizza incontri clandestini di lotta, non può non ricordare il finale: Norton, tenendo per mano Helena Bonham-Carter, guarda da un grattacielo gli altri grattacieli della città crollare uno a uno, minati dalle cariche esplosive piazzate dai suoi seguaci mentre Where is my mind? dei Pixies suona a tutto volume.

Gli spettatori di Fight Club sul sito di streaming cinese Tencent Video, quel finale però non l’hanno visto. Appena prima del crollo dei grattacieli, ecco una schermata nera, con un testo in sovrimpressione che spiega che le autorità hanno fermato con successo il piano terroristico, hanno arrestato tutti, «impedendo con successo l’esplosione della bomba. Dopo il processo, Tyler (il personaggio interpretato da Brad Pitt, ndr) è stato mandato in manicomio, dove ha ricevuto cure psicologiche. È stato dimesso dall’ospedale nel 2012».