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Coronavirus, i ventilatori donati da Putin all’Italia in Russia hanno ucciso 6 persone4Foto© milano.fanpage.it

Coronavirus, i ventilatori donati da Putin all’Italia in Russia hanno ucciso 6 persone

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Una fiammata, una morte orribile. Il primo caso a Mosca, la sera di sabato scorso: un malato di Covid-19 è attaccato a un ventilatore polmonare nell’ospedale Spasokukotsky, quando all’improvviso l’apparecchio inizia a surriscaldarsi. S’incendia. Lo uccide. La notizia non viene troppo diffusa, per non creare allarme e perché si pensa che il difetto d’una macchina, una soltanto, possa starci.

Ma lunedì la tragedia si ripete alle 6,23 del mattino, nella terapia intensiva della clinica San Giorgio di San Pietroburgo. E stavolta c’è poco da coprire: cinque ricoverati di coronavirus sono intubati coi ventilatori ed ecco, di nuovo, la terribile fiammata. Bruciano vivi. Tutti nello stesso momento. Fumo, urla, panico.

Arrivano i vigili del fuoco, si portano in salvo una quindicina di pazienti del blocco rianimazione. Il reparto, 150 fra medici e infermieri, viene immediatamente evacuato. Ma com’è stato possibile? «Colpa d’un corto circuito», abbozza la prima versione ufficiale. Le analogie con l’incidente di Mosca, però, sono troppe. E bastano poche ore perché un funzionario del governo, Aleksej Anikin, si presenti ai giornalisti e ammetta: «La causa dell’incidente potrebbe essere il surriscaldamento degli apparati di ventilazione polmonari Aventa-M».