"Potrebbe essere spia Urss", i sospetti della Svizzera su Alberto Sordi
Il grande Alberto Sordi liquiderebbe la faccenda con una delle sue proverbiali, fulminanti battute: «Ma che stai a di’?». Intanto il mondo intero rimane senza parole, più incline alla risata che all’indignazione, di fronte al sospetto assurdo formulato dalle autorità elvetiche oltre 60 anni fa ma venuto alla luce solo oggi: secondo il governo e l’esercito di Berna il grande attore romano era «una potenziale spia dell’Urss», anzi un «sovversivo» capace di rivelare i segreti militari ai nemici e, in quanto tale, non aveva il diritto di costruirsi una casa in Svizzera.
Una storia surreale, questa, «che avrebbe potuto figurare in una commedia dello stesso Albertone», commenta incredulo Carlo Verdone, considerato l’erede dell’attore con cui ha girato due film, In viaggio con papà e Troppo forte.
«Mi pare di vederlo al lavoro con il fedele sceneggiatore Rodolfo Sonego: insieme si sarebbero divertiti molto a scrivere un film centrato su un famoso attore italiano che, come lo stesso Sordi, per sfuggire alla caciara di Roma prova a rifugiarsi sulle montagne alpine ma non glielo permettono perché lo considerano una spia in combutta con i comunisti russi. Da morire dalle risate».