Omicidio Matteuzzi, 'il movente nel desiderio di vendetta'
L'8 marzo 2024 succede che venga evocato il delitto d'onore, scomparso dal nostro codice più di trent'anni fa. Eppure la situazione è ancora questa se i giudici della Corte d'Assise di Bologna motivando l'ergastolo per il 28enne Giovanni Padovani dicono che più che un delitto d'amore fu un delitto d'onore visto che il movente che ha armato il killer di Alessandra Matteuzzi è stato un desiderio di vendetta. La 56enne è stata uccisa a colpi di martello il 23 agosto 2022 sotto la casa in cui viveva, in via dell'Arcoveggio, a Bologna.
«È improprio attribuire l'omicidio» di Alessandra Matteuzzi «ad una insana gelosia dell'imputato, la quale, semmai, costituì il movente del delitto di atti persecutori, mentre l'omicidio fu motivato da un irresistibile desiderio di vendetta, uno tra i sentimenti più irragionevoli, eppure imperativi».
Così la Corte d'Assise di Bologna nel motivare la condanna per l'ex calciatore Padovani, responsabile dell'omicidio aggravato dell'ex compagna. Per i giudici si tratta non tanto di un «"omicidio d'amore" quanto piuttosto di un 'omicidio d'onore", sia pure in una malintesa accezione di quest'ultimo».