4Foto© quotidiano.netNetanyahu, faremo rispettare tregua a Gaza con pugno ferro
È passato un mese da quando, con l’entrata in vigore del cessate il fuoco, il 10 ottobre scorso, le immagini di migliaia di palestinesi in viaggio verso le macerie Gaza City, hanno fatto il giro del mondo. Una tregua frettolosamente etichettata come "pace" da Donald Trump. Ma la difficile attuazione della prima fase dell’accordo siglato a Sharm el Sheikh, non ancora completa, ha portato alla luce tutte le fragilità dell’ambizioso piano del presidente degli Stati Uniti volto a ridisegnare la geopolitica del Medio Oriente.
L’esercito israeliano si è ritirato dietro la Linea Gialla, Hamas ha rilasciato gli ultimi 20 ostaggi ancora in vita e restituito 24 delle 28 salme, Israele ha liberato circa 2mila palestinesi, tra cui 250 ergastolani e 1.700 persone arrestate senza accuse formali dopo il massacro del 7 ottobre 2023.
Tuttavia, il mancato rispetto di punti cruciali dell’accordo, sta mettendo a dura prova le trattative. Hamas ieri ha denunciato le "violazioni quotidiane e continue" del cessate il fuoco con, negli ultimi 30 giorni, 271 morti (il 91% civili) negli attacchi dell’Idf nella Striscia. Numeri che fanno salire il bilancio delle vittime palestinesi dall’inizio della guerra a 69.169.