
Lo scudetto della stella di Conte: anatomia di un vincente
Veni vidi vici. Antonio Conte novello Giulio Cesare. L’uomo che vince (quasi) sempre al primo colpo. Il primo allenatore a conquistare lo scudetto con tre squadre diverse: Juventus, Inter e Napoli. Nessuno come lui. Dieci campionati vinti tra campo e panchina. La personalissima stella. È innegabilmente suo il marchio sul quarto scudetto del Napoli. Lo ha vinto nell’unico modo in cui sa vincere: alla maniera di Antonio Conte.
È arrivato col suo carico di conoscenze e personalità. Ha subito imposto sé stesso a una piazza che lo ha sì acclamato sin dal primo momento, lo ha accolto come il salvatore della patria, ma che al tempo stesso ha sempre covato una diffidenza oseremmo dire culturale dal suo Dna juventino. Lui se n’è semplicemente fregato.
Sin dal ritiro di Dimaro mise le cose in chiaro, quando rimase fermo al coro “chi non salta juventino è”. Il suo passato non solo non lo ha mai rinnegato, ma ne ha rivendicato l’orgoglio di appartenenza. Farlo a Napoli non è roba da tutti. È roba da uomini, nel senso sciasciano del termine. Ha adottato lo stesso metro in tutto. Ha imposto il suo credo a un tipo non facile come Aurelio Laurentiis.