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L’hacker siciliano arrestato ammette le incursioni sui server del ministero3Foto© ilmessaggero.it

L’hacker siciliano arrestato ammette le incursioni sui server del ministero

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Non saranno brevi i tempi dell'indagine sull'hacker Carmelo Miano, arrestato dalla Polizia Postale con l'accusa di aver violato i server del ministero della Giustizia e di altre importanti aziende italiane.

Lo dice esplicitamente il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, il cui ufficio inquirente ha coordinato le operazioni che hanno portato all'arresto dell'uomo. «Abbiamo ottenuto risultati importanti. Ci sono milioni di file audio e video, milioni di documenti e quindi l'indagine sarà lunga», sottolinea Gratteri. Dopo l'interrogatorio di garanzia di ieri è attesa ora la decisione del gip.

L'hacker ha ammesso gli accessi abusivi. Lo avrebbe fatto, ha sottolineato, da solo, senza mandato di alcuno e senza, a suo giudizio, provocare alcun danno. Un'attività la sua che, tiene a rilevare il legale che lo difende, Gioacchino Genchi, ha messo in evidenza la fragilità dei sistemi informatici violati.