
Gestiva la cassa del clan Messina Denaro, arrestato un avvocato
Ha garantito per anni il sostentamento del boss di Castelvetrano durante la latitanza
Era stata Laura Bonafede, l’insegnante amante di Matteo Messina Denaro, a svelare chi si celasse dietro lo pseudonimo di Sollima (nome di un imperatore ottomano, Solimano il magnifico) spesso menzionato nei pizzini indirizzati dalla donna a Matteo Messina Denaro: “È Antonio Messina, è zio di mio marito, il fratello di mia suocera”, aveva detto la donna nelle sue dichiarazioni spontanee al processo che la vedeva imputata (poi condannata a 11 anni e 4 mesi).
Stamattina ad Antonio Messina, avvocato massone di 78 anni, è stato notificato un provvedimento di arresti domiciliari con braccialetto elettronico, per associazione mafiosa, su disposizione della gip Antonella Consiglio, su richiesta del procuratore Maurizio De Lucia, dell’aggiunto Paolo Guido e dei sostituti Gianluca De Leo, Pierangelo Padova e Bruno Brucoli.
Secondo gli inquirenti era lui a gestire la cassa dell’associazione mafiosa di Campobello di Mazara e a garantire il sostentamento del boss di Castelvetrano durante la latitanza, ma aveva tradito il boss e per questo aveva subito delle intimidazioni. Due sue macchine erano stata incendiate nel settembre del 2016.