Fontana, targa sullo scranno di Matteotti, non sarà più occupato
Sono passati cent’anni dal celebre discorso del 30 maggio 1924, in cui Giacomo Matteotti denunciò in Parlamento le intimidazioni, i pestaggi e le violenze fasciste, subite in vista delle elezioni del 6 aprile di quell’anno, chiedendone l’annullamento. Parole pronunciate in difesa delle istituzioni democratiche che gli costarono la vita. Pochi giorni dopo, infatti, il 10 giugno, venne rapito da una squadra fascista e ucciso. Il suo corpo fu ritrovato nelle campagne appena fuori Roma due mesi dopo, il 16 agosto.
A Montecitorio è stata inaugurata la mostra a lui dedicata.
Allestita in Transatlantico raccoglie una sintesi dell’attività del deputato attraverso i documenti dell’archivio storico e della Biblioteca della Camera, i resoconti parlamentari, altri documenti e una selezione dello scambio epistolare con la moglie Velia Titta, forniti dalla Fondazione di Studi storici “Filippo Turati” e dalla Fondazione Giacomo Matteotti ETS.
L’esposizione sarà poi visibile al pubblico in occasione dell’edizione speciale di Montecitorio a Porte Aperte del 2 giugno. Successivamente sarà trasferita nel Corridoio dei Busti, che è tappa del percorso delle periodiche visite delle scolaresche.