
Fim Cisl, peggiora produzione Stellantis, mai così dal 1956
Di male in peggio, ma nulla di particolarmente inatteso. La produzione italiana di auto nel primo trimestre dell’anno è precipitata, immergendosi a livelli che non si toccavano più da 70 anni, da prima del boom economico. Secondo Ferdinando Uliano, segretario della Fim Cisl, per ritrovare volumi produttivi più bassi bisogna risalire al 1956.
Il quadro è univoco: tutti gli stabilimenti della Penisola hanno un segno fortemente negativo. In totale a fine marzo sono usciti dalle fabbriche tricolori di Stellantis 109.900 esemplari fra vetture e veicoli commerciali, il 35,5% in meno rispetto allo stesso periodo del 2024 quando era scattato da tempo il campanello dell’allarme.
Il quadro si fa addirittura meno allegro se si considerano solo le auto diminuite del 42,5% a 60.533. Con una produzione mensile media di 20 mila unità non ci possiamo certo considerare un grande produttore di auto. Leggermente meglio è andata per i mezzi da lavoro dove la contrazione è stata del 24,2%, a 49.367 esemplari. Preoccupante la situazione della Maserati; le vetture prodotte a Mirafiori si sono quasi azzerate, mentre la storica fabbrica di Modena ha perso il 71,4% dei volumi. Segue Melfi con il 64,6% di contrazione, poi Cassino con il 45,5%, Pomigliano con il 36,9%.