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Corte Ue, scontro sul Protocollo Albania
È possibile fare i rimpatri accelerati dall’Albania di migranti maschi e maggiorenni provenienti da Paesi considerati “sicuri”?
Se ne discute da oggi alla Corte di giustizia Ue: da una parte c’è il governo italiano, rappresentato dall'agente del governo Sergio Fiorentino e dai legali dell'Avvocatura di Stato Lorenzo D'Ascia, Ilia Massarelli ed Emanuele Feola, spalleggiato anche da altri Paesi europei interessati agli hotspot extra Ue (soluzione che potrebbe essere adottata nel nuovo Piano asilo e immigrazione in vigore dal 2026), dall’altra alcuni difensori dei migranti che respingono sia l’interpretazione del concetto di “Paese terzo sicuro” come l’Albania, sia l’elenco dei Paesi sicuri decisi dal governo, come Bangladesh ed Egitto, per l’esame delle loro domande d’asilo con procedura accelerata.
I giudici di Lussemburgo sono chiamati a esaminare i ricorsi pregiudiziali presentati dal Tribunale di Roma che finora non ha riconosciuto la legittimità dei fermi disposti nei confronti dei migranti soccorsi nel Mediterraneo e trasferiti sull’altra sponda dell’Adriatico. L’esame avviene con procedura accelerata, riconoscendo l’importanza della questione, e la sentenza è attesa prima dell’estate. Il collegio include anche l’italiano Massimo Condinanzi.