Carla Bruni interrogata nel caso dei fondi libici a Sarkozy
Un interrogatorio di tre ore. E’ toccato a Carla Bruni, l’ex première dame, moglie dell’ex presidente della Repubblica francese Nicolas Sarkozy. Bruni era chiamata a rispondere ai magistrati che stanno conducendo una delle varie inchieste che hanno coinvolto il marito.
In particolare doveva chiarire un suo possibile ruolo nella clamorosa e controversa ritrattazione del principale testimone a carico di Sarkò nella vicenda dei fondi libici per la sua campagna elettorale del 2007: quali fossero i suoi rapporti con un personaggio chiave della vicenda, Michèle Marchand, detta Mimi, figura di spicco del giornalismo popolare in Francia, sospettata di aver orchestrato la retromarcia del testimone, l’intermediario e uomo d’affari Ziad Takieddine.
Carla Bruni era quella che nel sistema giudiziario francese viene chiamata “persona chiamata in causa” e non una semplice testimone. I magistrati dell’unità anticorruzione non hanno preso alcuna decisione immediata su di lei al termine dell’interrogatorio, “in audizione libera” e non in stato di fermo, come hanno puntualizzato i suoi avvocati Paul Mallet e Benoît Martinez in un comunicato. Era un appuntamento previsto da tempo e si è svolto “in un clima sereno – assicurano i legali – in cui lei ha potuto fornire tutti i chiarimenti e le spiegazioni utili”.