Banco Bpm chiede a Consob di tutelare mercato e Opa Anima
Banco Bpm rinforza le barricate anti Unicredit e presenta un esposto alla Consob in cui contesta l’Ops e chiede all’authority di valutare se sia stata correttamente lanciata e se ci siano i presupposti perché possa procedere o debba invece essere fermata. Alla base della richiesta ci sarebbe un utilizzo strumentale da parte di Unicredit della normativa sull’Opa, con il lancio di un’offerta a un prezzo basso con il solo intento di imbrigliare il Banco con la passivity rule. Una mossa che ha ricadute anche sugli azionisti di Anima, destinatari di un’Opa del Banco Bpm che Orcel sta ingessando.
Tradotto, almeno secondo la squadra di avvocati di Piazza Meda (Michele Carpinelli, Filippo Troisi e Andrea Zoppini), il mercato si trova di fronte a un’Ops (quella di Unicredit) su una società (Banco Bpm) che ha un certo perimetro, ma al contempo l’operazione va a interagire a cascata su un perimetro diverso, che è quello della società a valle a sua volta oggetto di Opa (cioè Anima). Anche per questo il cda dell’istituto guidato dall’ad Giuseppe Castagna ha chiesto alla Consob di tutelare il mercato e l’Opa su Anima.
La mossa difensiva di Banco Bpm è arrivata ieri al termine di una riunione del board che riaccende i fari sul risiko bancario italiano, in cui vengono mossi rilievi e contestazioni alle valutazioni fatte da Unicredit, incluse quelle sul prezzo dell’Ops. L’offerta di Orcel "non riconosce un premio a favore dei nostri azionisti, come confermato dal giudizio del mercato che sin dal primo giorno valuta il concambio a sconto", ha detto Castagna, mentre il premio chiesto dalla Borsa è salito anche ieri (il titolo ha chiuso a +0,2% a quota 7,96 euro per azione), superando il 19%.