Anci, tagli irragionevoli, penalizzano Comuni che usano Pnrr
“Assurda”, “paradossale”, “irragionevole”. Si accende la rivolta dei Comuni contro la modalità di distribuzione dei tagli della spending review. “La decisione del Mef - mette a verbale il presidente dell’Anci Antonio Decaro in una nota - contraddice lo spirito e le finalità del Pnrr e mette a rischio la gestione delle opere pubbliche”.
Ad infiammare i toni, che ricorrono a tutto l’armamentario degli aggettivi più duri, è il parametro di assegnazione dei tagli ai singoli enti locali scritto nella bozza di decreto attuativo preparato dal ministero dell’Economia e anticipato sul Sole 24 Ore del 25 maggio.
In pratica, metà dei tagli è misurata in proporzione alle risorse del Pnrr assegnate a ogni amministrazione alla fine del 2023, per cui chi ha più progetti finanziati dal Piano subisce tagli maggiori. Quest’anno, il conto a carico di Comuni, Città e Province è di 250 milioni, ma fa parte di una cura che fino al 2028 vale 1,25 miliardi: sempre che non cresca con la prossima manovra.