Ambra De Dionigi uccisa da un furgone, è la sua collana rimasta sul cofano a incastrare il pirata un mese dopo
A inchiodare dopo più di un mese di ricerche il pirata della strada, fuggito lo scorso 22 dicembre senza prestare soccorso dopo l'investimento di Ambra De Dionigi, sono state prima di tutto le telecamere delle immagini di sorveglianza. Ma non solo. A permettere agli inquirenti di mettersi sulle tracce di un 50enne, incensurato e residente a Carate Brianza, è stato anche un ciondolo di proprietà della vittima ritrovato incastrato tra le lamiere del mezzo incidentato: un furgoncino bianco di proprietà della ditta dove l'uomo lavora, e che dopo l'incidente aveva restituito per non farsi scoprire.
L’uomo è comparso stamattina in Tribunale a Lecco per l’interrogatorio. È accusato di omicidio stradale colposo, con l’aggravate della fuga.
La Procura, guidata da Ezio Domenico Basso, non sembra avere dubbi: era lui alla guida del furgone bianco inquadrato dalle telecamere, un mezzo aziendale di colore chiaro che intorno alle 21 del 22 dicembre scorso ha travolto la 29enne Ambra De Dionigi che camminava a bordo strada, costeggiando la ciclabile della Statale 36 all'altezza di Nibionno (Lecco).