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Procura, migranti su peschereccio morti di sete e caldo9Foto© palermo.repubblica.it

Procura, migranti su peschereccio morti di sete e caldo

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Ammassati come bestie su un peschereccio alla deriva. Costretti alla fame e alla sete, picchiati con cinghie e bastoni. Il trattamento riservato dagli scafisti agli oltre 600 migranti soccorsi ieri al largo della Calabria non aveva nulla di umanitario. Nessuna compassione, nessuno slancio solidaristico: il traffico di esseri umani non lo prevede.

La polizia italiana ha ricostruito le brutalità avvenute a bordo e per cinque egiziani, di età compresa tra i 21 e i 28 anni, sono scattate le manette. I giovani in questioni sono infatti ritenuti i presunti scafisti dell'imbarcazione che trasportava 674 persone, 179 delle quali arrivate ieri a Messina assieme a cinque cadaveri.

La procura ipotizza per loro i reati di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e morte come conseguenza di altro delitto. Secondo l'accusa, basata su testimoni che hanno detto di essere stati percossi durante la traversata, i decessi sarebbero avvenuti per disidratazione legata al forte caldo e alla mancanza di acqua potabile, fortemente razionata a bordo.