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Giallo sulla fine del boss Di Gangi trovato morto sui binari a Genova9Foto© palermo.repubblica.it

Giallo sulla fine del boss Di Gangi trovato morto sui binari a Genova

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Scarcerato per motivi di salute - La procura di Genova ha aperto un'inchiesta per far luce sulla morte di Di Gangi. Al momento la questura genovese esclude che possa essersi trattato di un omicidio e propende per una disgrazia. L'uomo, che era in custodia cautelare ad Asti, era stato scarcerato per motivi di salute e si trovava a Genova in transito. Sceso da un convoglio nel capoluogo ligure una volta alla stazione si sarebbe incamminato lungo i binari dove è stato ritrovato. Avev ain tasca un biglietto del treno per una cittadina del Sud.

Indagine sul resort - Il nome di Di Gangi, storico capomafia ottantenne, è riapparso a ottobre nell'indagine sul resort Torre Macauda, alberghi lusso di Sciacca protagonista di diverse inchieste di mafia e ritenuto di fatto di proprietà del padrino corleonese Totò Riina. Secondo i pm della Dda di Palermo, coordinati dall'aggiunto Paolo Guido, Di Gangi sarebbe stato uno dei veri proprietari della struttura e per questo la Procura recentemente aveva effettuato una perquisizione nella sua cella.

Un pagamento da 8 milioni - Secondo gli inquirenti la società che gestisce Torre Macauda, la Libertà Immobiliare, sarebbe di fatto riconducibile al boss Di Gangi e al figlio Alessandro che, attraverso una serie di operazioni illecite, sarebbero tornati in possesso della struttura alberghiera sommersa dai debiti. Un giro vorticoso di denaro, scatole cinesi, imprenditori compiacenti e sullo sfondo la complicità di un dirigente di banca che avrebbe rilasciato una quietanza per un pagamento di 8 milioni avendone ricevuti solo 4.