Di Maio,chi rema contro 5S può andarsene
“Chi rema contro il Movimento può anche andarsene”. Il post di Luigi Di Maio deflagra nei gruppi parlamentari quando ormai, trolley in mano, la maggior parte di deputati e senatori sono già in aeroporto o sono tornati a casa dopo la consueta settimana corta di Palazzo. Il leader dei 5 stelle attacca con inusitata violenza la dissidenza interna di ogni ordine e grado.
Si sente assediato, vede sfuggirgli il controllo della situazione, decide di tirare una bordata. “Non è possibile che per una decina che vuole fare di testa propria ci ritroviamo ogni giorno sui giornali descritti come divisi e spaccati”, il ragionamento fatto con i suoi.
La reazione è rabbiosa: “Chi di fronte alle vittime di Venezia e al dramma dell’Ilva preferisce guardarsi gli affari suoi, conosce la strada. Non lo piangeremo”. È un’accusa. Ma è anche un serrate le fila. Il capo politico sa perfettamente di non avere un rivale che lo possa scalzare. Sa perfettamente di poter giocare a suo vantaggio la più classica delle situazioni simul stabunt, simul cadent: se viene giù lui, viene giù il governo, con buona pace delle decine di onorevoli che perderanno la poltrona.