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Afghanistan, crollo della coltivazione di oppio dopo il divieto imposto dai Talebani4Foto© www.tgcom24.mediaset.it

Afghanistan, crollo della coltivazione di oppio dopo il divieto imposto dai Talebani

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Il Myanmar è diventato il più grande produttore mondiale di oppio nel 2023, superando l’Afghanistan. Lo rivela l’ultimo rapporto dell’Ufficio Onu per il controllo della droga e la prevenzione del crimine (Unodc). Secondo le stime, alla fine dell’anno l’ex Birmania avrà aumentato la produzione del 36%, raggiungendo 1.080 tonnellate di oppio (da cui derivano l’eroina e la morfina).

I motivi del sorpasso sono da ricercare nell’instabilità politica del Paese, ma anche e soprattutto in un calo del 95% della coltivazione del papavero in Afghanistan, che finora era in cima alla classifica (con oltre l’80% dello stupefacente prodotto tra il 2015 e il 2020 e profitti di milioni di dollari all’anno).

La produzione afgana di oppio, iniziata negli anni Ottanta e cresciuta durante la guerra civile degli anni Novanta, era stata bandita dai Talebani nel 2000: sotto i governi appoggiati dagli Usa vi era stato un nuovo boom produttivo, fino all’attuale crollo dopo il ritorno al potere dei fondamentalisti, che hanno vietato le coltivazioni nell’aprile dello scorso anno.