Roma

Spari al Prenestino, 26enne ferito da due colpi d’arma da fuoco

Spari al Prenestino, 26enne ferito da due colpi d’arma da fuoco

Il ragazzo, con precedenti per droga, è stato portato d’urgenza al policlinico Casilino

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Spari nel quartiere Prenestino. Poco dopo le 5 di questa mattina i residenti di via Luigi Gadola sono stati svegliati da quattro colpi d'arma da fuoco. Tre spari in sequenza e poi un altro colpo. A rimanere ferito è stato T.E., un 26enne romano già noto alle forze dell'ordine perché coinvolto in una operazione antidroga a Tor Bella Monaca insieme ad altre 37 persone.

Il ragazzo, ferito raggiunto da due dei quattro colpi esplosi, è stato portato d'urgenza al policlinico Casilino per essere operato al femore e all’intestino. Sul posto per i rilievi i carabinieri di via In Selci e di Roma Casilina, impegnati nelle indagini.

"Questo è un quartiere tranquillo. Abbiamo avuto solo problemi con il superbonus”, prova a scherzare uno dei tanti residenti di Tor Tre Teste svegliati questa mattina dai colpi di arma da fuoco. “Abbiamo sentito gli spari e ci siamo messi paura. Poi è venuta l’ambulanza”. L’ipotesi degli investigatori è che l’agguato sia legato a questioni di droga. T.E., infatti, è considerato dagli investigatori vicino al clan Longo, che controlla la piazza di spaccio dell’R5 di via dell’Archeologia a Tor Bella Monaca. Chi ha sparato sarebbe fuggito a piedi attraverso il parco che porta a Quarticciolo e a Centocelle.

L'inchiesta, nella quale era rimasto coinvolto il 26enne, è quella dei carabinieri, coordinati dai magistrati dell'Antimafia, nata grazie alle dichiarazioni di due collaboratori di giustizia, che ha portato a maggio del 2022 alla condanna, emessa dal tribunale di Roma, per 32 dei 38 imputati che dovranno scontare complessivamente 152 anni e 3 mesi di carcere.

Una condanna più lieve rispetto ai 487 anni e 10 mesi chiesti alla Corte dall'accusa, visto che è caduta l'aggravante del metodo mafioso. L'indagine sui 'Narcos di Tor Bella Monaca' - le indagini avevano documentato la bella vita dei capi con gite in elicottero, soggiorni in alberghi esclusivi, crociere in yacht e giri in Ferrari, Lamborghini e Porsche -, aveva comunque ridimensionato lo spaccio di droga in tutta la periferia sud-est della Capitale.

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