Roma

Bebe Vio ai ladri: "Tenetevi la borsa ma ridatemi la tesi di laurea"

Bebe Vio ai ladri: "Tenetevi la borsa ma ridatemi la tesi di laurea"
Dopo il furto di un borsone subito venerdì notte ai Parioli, la campionessa lancia un accorato appello sui social. "Non mi interessa la borsa ma ridatemi anche in forma anonima il mio lavoro e i miei appunti"
2 minuti di lettura

"Tenetevi tutto ma ridatemi la mia tesi di laurea, vi prego". E' l'accorato appello che Bebe Vio lancia ai ladri che  alle due del mattino di venerdì, hanno portato via dall’auto della campionessa paralimpica di Fioretto, parcheggiata in viale Parioli un borsone. "Non mi importa granché di tutto quello che è stato rubato - chiede Vio dal suo profilo Instagram -  Dentro, però, avevo il mio computer con i file della tesi di laurea che devo consegnare a giorni. Tenetevi tutti, ma vi prego ridatemi la cartella coi mie appunti". E poi si rivolge al ladro: "A te che ora hai il computer, ti prego di farmelo riavere o almeno di inviarmi in forma anonima i file con la mia tesi, alla  Nonostante tutto, te ne sarei immensamente grata".

Nella bosra ci sono  diversi apparecchi elettronici, un pc, dove appunto l'atleta ha una copia della tesi, comprese delle cuffie AirPods: il segnale degli auricolari senza fili, e degli “AirTag” legati a un mazzo di chiavi connessi tramite bluetooth al suo cellulare, le hanno fatto sperare di riuscire a recuperare la refurtiva. Il segnale andava e veniva e ha orientato le ricerche di polizia e carabinieri.

A lanciare l’allarme è stata proprio la campionessa delle Fiamme Oro. La nottata da incubo è iniziata poco dopo le due del mattino, quando Vio, ricostruisce Il Messaggero, è salita sulla Smart parcheggiata a due passi da piazza Santiago del Cile, nel cuore dei Parioli, e si è accorta che la macchina era stata aperta, il borsone non c’era più. Le indagini sono partite immediatamente, ma non hanno portato a nessun risultato immediato.

Poche ore più tardi però, verso le 10 del mattino, due gazzelle dei carabinieri e gli agenti delle volanti del commissariato Villa Glori sono tornate in viale Parioli e hanno ripreso a cercare la refurtiva sotto lo sguardo incuriosito dei passanti.

Il telefono dell’atleta, infatti, captava a singhiozzo il segnale delle cuffie che erano nella borsa. E questo ha fatto sperare all’atleta e agli investigatori che fosse possibile geolocalizzare il borsone, recuperarlo.

Gli agenti e i carabinieri del comando provinciale di Roma hanno insistito nelle ricerche anche perché venerdì mattina Vio era riuscita a captare anche il segnale degli “AirTag” legati al mazzo di chiavi.  Gli investigatori hanno controllato sotto le auto parcheggiate, nel cortile del supermercato, negli androni di diversi palazzi.

I Tag geolocalizzati continuavano a trasmettere il segnale, ma delle chiavi e del borsone non c’era traccia. Forse i ladri hanno lanciato le chiavi in strada e sono scappati con il borsone, all’interno del quale comunque non c’era nulla di prezioso: solo alcuni apparecchi elettronici.

Le ricerche non hanno trascurato l’interno dei cassonetti in viale Parioli, senza produrre risultati. “Questi dispositivi sono precisi fino a un certo punto – ragiona un agente – sono comunque soggetti a un possibile errore”. Perché il segnale continuava a geolocalizzare gli “air tag” legati alle chiavi lungo il tratto di strada battuto da un gran numero di operatori delle forze dell’ordine, che però non hanno trovato nulla.

Finché le ricerche non si sono concluse. E i passanti non hanno osservato Bebe Vio andare via a bordo di una Smart grigia, dritta a formalizzare la denuncia negli uffici del commissariato Villa Glori.