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Sfera Ebbasta e Fedez hanno testimoniato al processo per la strage di Corinaldo

Sfera Ebbasta e Fedez hanno testimoniato al processo per la strage di Corinaldo
Secondo Fedez "se vendono un artista a 20 o 30 mila euro in un locale da 500 persone è chiaro che il gestore del locale è consapevole che deve strariempirlo. Non dico prevedere una tragedia ma problemi di qualche tipo" 
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Fedez e Sfera Ebbasta hanno testimoniato al processo per la strage nella discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo. I due rapper si sono presentati al tribunale di Ancona: per primo è arrivato Fedez, che ha avuto il tempo di incontrare in un’aula protetta alcuni parenti delle vittime.

Fedez e Sfera Ebbasta sono stati ascoltati come testimoni della Procura che punta a delineare eventuali responsabilità sul filone bis per i morti della Lanterna Azzurra, cinque minorenni e una mamma di 39 anni rimasti schiacciati e soffocati nella notte tra il 7 e l’8 dicembre, esito di una fuga di massa dopo che nel locale era stata spruzzata una sostanza urticante da una banda di ladri di collanine.

Il pm Paolo Gubinelli ha chiesto a Fedez, che si è esibito nel 2014 e nel 2015 nel locale, di riferire sull’affollamento della discoteca. L’artista ha spiegato che “se abbiamo un locale con un certo tipo di capacità e l’artista viene venduto ad un certo prezzo, per esempio se lo vendono a 30/20 mila euro per un locale che contiene 500 persone, chi sta gestendo la data è consapevole che il titolare deve strariempire il locale. Non dico prevedere una tragedia ma problemi di qualche tipo. Almeno uno svenimento ci sarebbe stato”. Poi Federico Leonardo Lucia, in arte Fedez, nel corso della sua testimonianza durata poco meno di un’ora ha aggiunto di aver “fatto così tante tappe che non ho un ricordo nitido che possa essere utile alla corte”.

Gionata Boschetti, in arte Sfera Ebbasta, la sera della tragedia era atteso alla discoteca Lanterna Azzurra per un suo concerto. Con il suo manager Pablo Miguel Lombroni Capalbo, in arte Shablo, avevano già rilasciato ai carabinieri le sit, le sommarie informazioni testimoniali, ma la Procura ha voluto riascoltarli per avere chiarimenti sugli accordi presi per quelle esibizioni, sulle condizioni gestionali di chi si occupava della discoteca e sul rapporto capienza e biglietti per attirare il pubblico all’evento.