Salute

L'Enterovirus E11 in Francia preoccupa l'Oms: 7 morti tra i neonati

Illustrazione al computer di un Enterovirus
Illustrazione al computer di un Enterovirus 
'Preoccupa aumento sepsi da E-11 con danni a fegato e altri organi, aggravamento estremamente rapido ma rischio generale basso'
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Alert dell'Organizzazione mondiale della sanità su un tipo di enterovirus, l'Echovirus-11 (E-11), associato all'aumento dei casi di sepsi neonatale con compromissione epatica e insufficienza multiorgano.

I casi gravi negli ospedali

Il monito dell'Oms parte da una segnalazione arrivata della Francia il 5 maggio scorso: da luglio 2022 ad aprile 2023 il Paese d'Oltralpe ha registrato 9 casi in 4 ospedali di 3 regioni; al 5 maggio 7 neonati sono morti, gli altri 2 ancora ricoverati.

"L'attuale incremento dell'incidenza e della gravità" dell'infezione "nei neonati, associata a un lignaggio ricombinante di E-11 che in precedenza non era stato rilevato in Francia, è considerato insolito - spiega l'agenzia ginevrina - a causa del deterioramento estremamente rapido e del tasso di mortalità associato tra i bambini colpiti".

I rischi per la salute pubblica

"Sulla base delle limitate informazioni disponibili", l'Oms valuta come "basso il rischio di salute pubblica per la popolazione generale, nonostante la natura preoccupante dell'aumento" riportato.

Enterovirus, Echovirus E-11 e la malattia

Gli enterovirus sono un gruppo di virus che possono causare varie malattie infettive e sono responsabili di epidemie annuali. La malattia è generalmente lieve, ma è stato riscontrato che colpisce i neonati in modo diverso e talvolta più grave rispetto ai bambini più grandi e agli adulti.

I casi negli ospedali francesi

Tutti i casi presentavano uno o più segni clinici meno di sette giorni dopo la nascita, cosa che fa ipotizzare la  il contagio da madre a figlio. Tutte le madri testate avevano sintomi gastrointestinali o febbre nei tre giorni precedenti o al momento del parto. La manifestazione clinica di questi casi è stata considerata atipica a causa del loro aggravamento estremamente rapido e del tasso di mortalità associato. Al 5 maggio 2023, sette neonati sono morti e due ancora ricoverati nell'unità neonatale.

Come avviene il contagio

Esistono molteplici vie di trasmissione, in particolare nel periodo neonatale, incluso il periodo intrapartum per esposizione a sangue materno, secrezioni e/o feci, o postnatale per stretto contatto con operatori sanitari infetti.

Come si manifesta la malattia

Le infezioni possono causare gravi malattie infiammatorie nei neonati, inclusa una grave epatite acuta con coagulopatia. Come si legge su Orpha.Net, in generale il quadro clinico dell'infezione congenita da EV è variabile: i pazienti possono essere asintomatici oppure presentare una malattia febbrile benigna o grave, che può associarsi variabilmente a sepsi, epatite, coagulopatia, miocardite, polmonite e meningoencefalite. I segni clinici si manifestano in utero oppure nei primi due giorni di vita; in alcuni casi qualche ora dopo la nascita. La malattia può associarsi ad aborto spontaneo, idrope fetale e morte perinatale; in questi casi la malattia multiorgano comprende la miocardite o la pancardite. I neonati possono sviluppare una ''sindrome simil-settica''', caratterizzata da ipotensione, leucopenia o leucocitosi, neutropenia, trombocitopenia e coagulopatia intravascolare disseminata.

Andreoni: "Nessun allarme, ma attenzione all'igiene"

"L'Enterovirus E-11 ha manifestazioni sistemiche gravi che si vedono soprattutto nei lattanti. Periodicamente si sono registrare microepidemie, anche in Italia, che però si autolimitano e non si diffondono in modo ulteriore. È un virus che può dare effetti molto gravi nei neonati-lattanti, ma può infettare anche soggetti più grandi e gli adulti. Cosa fare? Sono infezioni enterofecali, quindi l'attenzione deve essere focalizzata sull'igiene: fare attenzione a quello che si mangia, lavarsi le mani, assicurarsi della sicurezza dell'acqua che si beve. Ma, ripeto, nessun allarme perché sono microepidemie, che tendono a non dilagare troppo e la numerosità dei casi è contenuta", ha dichiarato Massimo Andreoni, direttore scientifico Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), commentando l'alert dell'Oms.