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Nomine, Tajani blinda Descalzi all'Eni e manda un messaggio alla Lega: "Fi per la riconferma"

Il Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, durante il vertice dei Ministri degli Esteri del G20 a New Delhi (India), 02 marzo 2023.
Il Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, durante il vertice dei Ministri degli Esteri del G20 a New Delhi (India), 02 marzo 2023.  (ansa)
Il vicepremier e ministro degli Esteri interviene sul dossier da Abu Dhabi: "Berlusconi ne dà un giudizio positivo, si sono sentiti più volte". Una risposta al partito di Salvini che vorrebbe un tavolo per le candidature
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MILANO - Il messaggio parte da Abu Dhabi, dove il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, si trova per la missione della premier Giorgia Meloni negli Emirati Arabi Uniti. Ma rimbalza subito in Italia. A San Donato Milanese, quartier generale del gruppo Eni. E soprattutto deflagra all'interno della maggioranza di centrodestra, sponda Lega.

Il messaggio di Tajani, qui più in veste di fedelissimo di Silvio Berlusconi nonché di capodelegazione di Forza Italia è molto diretto. A suo dire, l'amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi, deve essere riconfermato per un altro mandato"Berlusconi ne dà un giudizio molto positivo - ha dichiarato durante una pausa degli incontro ufficiali nell'Emirato -  si sono parlati più volte e se devo dare un giudizio come ministro degli Esteri, lui lavora molto bene. Il governo deciderà, ma per quanto mi riguarda non posso che dare un giudizio positivo. Descalzi ha fatto sempre bene gli interessi dell'Italia".

Gli accordi per le materie prime

Non a caso, anche il manager di Eni è un queste ore ad Abu Dhabi. La società controllata dal Tesoro è da qualche anno partner di Adnoc, la società di stato emiratina che si occupa di idrocarburi, da cui ha acquistata il 20% della principale raffineria del Paese, una delle più grandi al mondo. Inoltre, partecipa allo sviluppo di alcuni giacimenti off shore e ha un accordo per la realizzazione di un impianto per la cattura della CO2. Di fatto, Descalzi, da nove alla alla guida della oil company italiana, è una sorta di ambasciatore per il governo in tutta l'area del Golfo.

Ma oltre al riconoscimento al manager milanese, che anche la premier vorrebbe riconfermare, Tajami ha mandato un segnali molto preciso alla Lega, relativo alla questione delle nomine nelle grandi partecipate pubbliche. Il partito di Matteo Salvini soltanto pochi giorni fa aveva lanciato una provocazione, chiedendo "un salto di qualità per Eni ed Enel", oltre a chiedere la convocazione di un tavolo assieme agli alleati di governo per trattare sulle poltrone di peso.

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Il dossier nomine entra nel vivo

Quando si entrerà nel vivo il dossier nomine? "È presto, penso tra un mesetto", ha risposto Tajani, approfittando dell'occasione per respingere l'idea di un tavolo. E in qualche modo confermando che le scelte verranno prese in primis a Palazzo Chigi, anche in base alle strategie inudustriali del governo e lasciando ai partito solo le trattative per le società minori o per i consigli di amministrazione. Oltre a Eni ed Enel occorre rinnovare altri colossi di Stato come Poste e Leonardo.

Nella sua uscita di un paio di settimane fa, la Lega scandiva - in riferimento ai suoi colossi energetici, ovvero l'Enel e la stessa Eni - che "l’Italia deve mostrarsi all’altezza delle sfide più delicate, a partire dalla politica energetica su cui il governo è particolarmente attento. È bene sottolineare che anche le grandi aziende di Stato come Eni ed Enel devono cambiare profondamente le loro politiche e il loro approccio alla modernità. Serve un cambio di passo".

I candidati ai colossi di Stato

La posizione di Tajani, senz'altro uno degli esponenti della maggioranza che sostiene la linea governativa, pare invece molto più in linea con i desiderata della premier, che vorrebbe appunto confermare Descalzi alla guida dell’Eni, spostare Stefano Donnarumma da Terna al vertice di Enel (anche se si fa anche il nome dell'ad di Italgas, Paolo Gallo), far ritornare Roberto Cingolani alla testa di Leonardo e forse confermare Matteo Del Fante alle Poste.