Giovedì 25 Aprile 2024

Paralizzato da 12 anni, torna a camminare grazie a un ponte digitale tra cervello e midollo

Intervento rivoluzionario: il dispositivo sviluppato da un gruppo di scienziati di Losanna gli ha permesso di recuperare l’utilizzo di gambe e braccia. La nuova vita di Gert-Jan

Il team del Politecnico federale di Losanna con il paziente Gert-Jan Oskam

Il team del Politecnico federale di Losanna con il paziente Gert-Jan Oskam

Losanna, 25 maggio 2023 – Era bloccato da 12 anni in un corpo che non gli permetteva di correre, pedalare, camminare – e neanche di reggersi in piedi. Gert-Jan Oskam, 40 anni, aveva perso l’uso delle gambe e parzialmente delle braccia dopo un incidente in bicicletta, che gli aveva irreparabilmente danneggiato il midollo spinale. 

Fino a pochi giorni fa. A rendere possibile il suo sogno di tornare a camminare sono stati gli scienziati della Scuola politecnica federale di Losanna (EPFL). Grazie al loro intervento hanno ripristinato le vie di comunicazione tra cervello e midollo spinale, utilizzando un dispositivo che crea un ‘ponte digitale’ tra i due.

“L’impianto mi ha cambiato la vita”, dice Oskam. “La scorsa settimana c'era un oggetto che doveva essere dipinto e non c'era nessuno ad aiutarmi. Così ho preso il deambulatore e la vernice, e l'ho fatto da solo mentre ero in piedi”. Una conquista. 

Come spiegano gli studiosi, in caso di lesione del midollo spinale, può capitare che si verifichi un’interruzione dei contatti tra cervello e la regione del midollo che controlla la deambulazione.

Il team svizzero, guidato dal neuroscienziato Grégoire Courtine, ha illustrato i risultati del proprio lavoro sulla rivista Nature. L’articolo scientifico spiega che il dispositivo, chiamato ‘interfaccia cervello-colonna vertebrale’ (BSI), riprende un precedente lavoro di Courtine e dei suoi colleghi. Questi, nel 2018 avevano dimostrato che, stimolando la colonna vertebrale inferiore con impulsi elettrici, la tecnologia potesse aiutare i pazienti con lesioni al midollo a camminare nuovamente, se accompagnata ad un allenamento costante e intensivo. 

I precedenti approcci tentati con la stessa metodologia si basavano sulla stimolazione elettrica di aree del midollo spinale per consentire la posizione eretta e la deambulazione. Questa tecnica, tuttavia, richiedendo l’uso di sensori di movimento, risultava spesso limitante nell’adattare gli spostamenti alle diverse situazioni e ai vari ambienti. 

La svolta si è avuta quando, con il perfezionamento del BSI, si è potuto impiantare il sistema nel paziente, già da 3 anni ammesso al programma sperimentale di cura. In pochi minuti il ponte digitale si è calibrato al corpo del paziente, rimanendo stabile per oltre un anno, anche senza supervisione da parte degli esperti. 

Adesso, quando Oskam decide di camminare, gli impianti cranici rilevano l’attività elettrica nella corteccia esterna del cervello. Il segnale viene trasmesso e decodificato in modalità wireless da un computerino che il paziente tiene sempre accanto a sé in uno zaino, il quale poi passa le informazioni a un generatore di impulsi spinali

E così è accaduto quello che Gert-Jan non si sarebbe mai aspettato: tornare a muovere normalmente braccia e gambe, poter stare in piedi e camminare in modo naturale. Ma non è tutto, perché il dispositivo è stato in grado di migliorare anche il recupero neurologico e gli ha permesso di muoversi con l’utilizzo delle stampelle anche una volta spento.

"Se prima era la stimolazione a controllarmi, ora sono io a controllarla con il mio pensiero", dice Oskam. "Quando decido di fare un passo, non appena ci penso la simulazione si avvia”.

I risultati dell’operazione lasciano ben sperare che, da adesso in poi, quella del BSI possa essere considerata la soluzione per ripristinare il controllo motorio naturale a seguito di paralisi. Con la certezza che i progressi della scienza sapranno ancora aiutare chi si trova nella stessa situazione di Gert-Jan.