Pavia, primario indagato per molestie: le segnalazioni delle specializzande nel questionario anonimo, un'unica denuncia

diAndrea Galli

Undici ragazze del corso 2019-2020 della scuola di specialità hanno riferito episodi che avrebbero appreso dalle compagne. Le contro indagini investigative dei legali del docente potrebbero puntare ad accertare un’eventuale trappola

Qui all’ospedale San Matteo il professore non c’è, come riferiscono i collaboratori. Tornerà al lavoro domani: la sua è un’assenza per motivi privati, pianificata da tempo, nessuna fuga misteriosa e spaventata in coincidenza con l’eco mediatica di queste ore. Perché lui, un primario di fama, lunga carriera e molteplici pubblicazioni scientifiche con apprezzamenti in Italia e soprattutto all’estero, si è da subito dichiarato innocente rispetto all’inchiesta della Procura di Pavia che l’ha indagato con l’ipotesi di violenza sessuale aggravata dall’abuso di autorità, come scoperto e raccontato dai colleghi del quotidiano la Provincia pavese, nonostante il classico e sovente esasperato riserbo dei locali magistrati.

Contro il medico gravano i racconti (soltanto una ha presentato formale denuncia) di 11 ragazze del corso 2019-2020 della scuola di specialità su presunte molestie anche durante le visite (calzari, tuta, guanti, mascherina, visiera) ai pazienti Covid intubati, quando il professore, in quei mesi drammatici che vedevano il San Matteo fra le strutture più esposte nella gestione della pandemia, illustrava alle studentesse, una ventina, le manovre d’intervento sui malati.

Non risultano addebiti di abusi — attraverso contatti fisici, frasi pronunciate nei corridoi e nelle aule, email, messaggi, telefonate incluse quelle al di fuori degli orari delle lezioni — in forma privata, in incontri singoli, in momenti appartati, in stanze della struttura; al contrario abbondano, nelle testimonianze raccolte dai carabinieri dopo che quelle 11 ragazze avevano contestato l’operato del medico in un questionario anonimo per valutare l’esperienza in ospedale, versioni riferite non in quanto vissute in prima persona bensì apprese dalle compagne. Le contro indagini investigative dei legali del docente, che nell’immediata fase iniziale si era dimesso dall’incarico, potrebbero puntare ad accertare un’eventuale trappola risalendo a chi, nel caso, l’abbia ordita.

Non è dato sapere adesso la prossima mossa della Procura, la decisione di archiviare oppure di procedere optando per il rinvio a giudizio. Si aggiunga che il corso era stato creato in collaborazione con l’università di Pavia, un cui approfondimento non aveva ravvisato anomalie nell’agire del medico, senza però che l’ateneo, come estrema tutela e scelta da prassi, decidesse comunque d’informare i magistrati. Al netto di alcune reticenze e ripensamenti, i carabinieri hanno ascoltato le ex studentesse cercando una coincidenza nelle narrazioni. Gli scenari hanno portato a situazioni in cui il primario toccava parti del corpo quali braccia, schiena e torace delle specializzande per illustrare, come abbiamo detto, le modalità d’intervento medico, e insieme per rappresentare le parti d’un paziente coinvolte da determinate patologie.

Fra le specializzande vi sono state chat con oggetto le ipotetiche molestie, e stando agli inquirenti la messaggistica avrebbe ogni volta avuto, come punto di partenza, i numeri di cellulare delle stesse identiche donne. Un gruppo assai ridotto dunque, non si esclude composto da figure che potessero nutrire rancori contro il docente, il quale rintracciato dal Corriere non ha voluto parlare e che al San Matteo ricopre l’uguale ruolo che aveva nel 2019-2020.

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10 aprile 2024 ( modifica il 11 aprile 2024 | 08:58)