Città del Vaticano - «Farà bene anche a noi coltivare, come Giovanni, la virtù di farci da parte al momento opportuno, testimoniando che il punto di riferimento della vita è Gesù». Una frase sibillina della riflessione letta da Papa Francesco dopo la preghiera domenicale dell'Angelus fa ripartire il tormentone dell'ipotesi di dimissioni del Papa. «Giovanni, compiuta la sua missione, sa farsi da parte, si ritira dalla scena per fare posto a Gesù. Ha visto lo Spirito scendere su di Lui, lo ha indicato come l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo e ora si mette a sua volta in umile ascolto. Ha predicato al popolo, ha raccolto dei discepoli e li ha formati per molto tempo. Eppure non lega nessuno a sé».
Naturalmente il pontefice riflette solo sulla forza dell'esempio, secondo il racconto, senza però fare alcun riferimento a sé e al suo futuro, tuttavia il dibattito in corso che da mesi interroga persino i cardinali – a proposito della necessità di arrivare da un codice per i Pontefici emeriti che vogliono fare un passo indietro ed andare in pensione – riporta l'attenzione sulle dimissioni. Dopo la morte del Papa Emerito Benedetto XVI non si placano le voci interne sulla possibilità che anche Papa Francesco voglia un giorno percorrere le orme del predecessore. Una ipotesi certamente non immediata ma che lui stesso non ha mai escluso se le sue condizioni di salute lo rendessero inabile al governo. «Si governa con la testa e non con le ginocchia» ha detto poco tempo fa, durante una intervista, facendo capire che per ora non c'è nulla all'orizzonte.
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Il testo dell'Angelus che ha letto Francesco si concentra sulla forza emanata dal «vero educatore: non legare le persone a sé.
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RINUNCIA
Di recente il cardinale Gerhard Mueller, teologo di fama internazionale e già Prefetto della Congregazione della Fede, ha spiegato alla presentazione di un libro (“Papa non più Papa”, edito da Viella, a cura di Amedeo Feniello e di Mario Prignano, 185 pagine, 25 euro) quanto sia pericoloso aprire la porta alle dimissioni di altri pontefici. «Alcuni credono erroneamente che la Chiesa debba modernizzarsi ispirando i suoi compiti e la sua guida ai criteri di efficacia e di utilitarismo della economia globale e del capitalismo o del socialismo materialisti. Ma così facendo invece della provocazione profetica contro il trans e post umanesimo, soccomberebbe al nichilismo di un mondo privo di significato senza Dio e raddoppierebbe solo la sua disperazione invece di superarla. Da questo non può trovare giustificazione l'istituto di una regolare rinuncia del Papa per motivi soggettivamente percepiti, l'uscita in un meritato pensionamento».
LEGGE
La medesima idea la ha espressa anche il cardinale Ghirlanda, canonista e uno dei più stretti collaboratori del pontefice. «La rinuncia non è un fatto normale. Questa è la differenza tra i vescovi e il papato. Oggi crea un trauma e di fatto ha creato una ambiguità. Non perché Benedetto XVI abbia voluto creare ambiguità» anche se di fatto la gente ha percepito questo sdoppiamento. «Ringrazio il cardinale Mueller per avere ripetutamente affermato che abbiamo sempre avuto un solo Papa e non un Papa e mezzo. Quanto alla legislazione sulla rinuncia sarebbe opportuna». Almeno per ribadire che l'uscita di scena è prevista e codificata solamente in una situazione eccezionale .
Papa Francesco al termine dell'Angelus ha annunciato che il 30 settembre avrà luogo a piazza san Pietro una veglia ecumenica di preghiera per affidare i lavori della sedicesima assemblea dei Sinodo dei Vescovi. «Per i giovani che verranno la veglia ci sarà un programma speciale a cura della Comunità di Taizè». Infine ha chiesto preghiere per il popolo ucraino.