Pavia, accusato di violenze dalla figlia, assolto dopo 6 anni. Lei ritratta: «Era troppo severo. Ho inventato tutto per liberarmi di lui»

Nel 2018 la ragazza era scappata di casa per andare a vivere con il fidanzato e aveva raccontato di aver subito continue vessazioni da parte del padre

Pavia, accusato di violenze dalla figlia, assolto dopo 6 anni. Lei ritratta: «Era troppo severo. Ho inventato tutto per liberarmi di lui»
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Venerdì 24 Marzo 2023, 06:23 - Ultimo aggiornamento: 18:15

Sei anni fa, nel 2017, sua figlia lo aveva denunciato sostenendo di aver subito da lui violenze sessuali e maltrattamenti. Accuse gravissime, che avevano anche portato all'arresto del padre. Nel processo che ora si è concluso, l'uomo, un 48enne di nazionalità romena residente in un rione popolare di Pavia, è stato però assolto dal Tribunale.
Un'assoluzione che è arrivata dopo che la ragazza, che oggi ha 23 anni, ha completamente ritrattato le accuse. Durante un'udienza ha spiegato che si era inventata la storia delle violenze solo perché voleva essere più libera da un genitore che considerava troppo severo. Non a caso era anche fuggita da casa. «Volevo stare con il mio ragazzo senza limitazioni e mi sono inventata gli abusi. Non credevo che denunciando mio padre ci fossero queste conseguenze», ha raccontato la giovane. I giudici hanno creduto a questa nuova versione, scagionando completamente suo padre.

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L'ACCUSA
Il pubblico ministero aveva chiesto 8 anni di carcere per l'imputato, con l'accusa di violenza sessuale nei confronti della figlia e di maltrattamenti contro la moglie.

Per la Procura, in un primo momento, la ragazza era stata costretta dal genitore a ritrattare. Nel 2018 era scappata di casa per andare a vivere con il fidanzato e aveva raccontato di aver subito continue vessazioni da parte del padre, che le impediva di vestire in un certo modo o di frequentare amiche italiane. I maltrattamenti, a suo dire, erano anche fisici: botte e cinghiate. Agli investigatori aveva riferito anche di episodi di abusi sessuali, cosa che aveva fatto scattare l'immediato arresto del 48enne romeno. La vicenda è stata ricostruita in aula grazie a diverse testimonianze, intercettazioni telefoniche e messaggi scambiati tra padre e figlia. Il tribunale di Pavia ha ritenuto che l'imputato, che si è sempre proclamato innocente, non avesse commesso reati. «Quando papà è stato arrestato ho capito di averla fatta grossa», ha raccontato la figlia ai giudici. A questo punto l'uomo potrebbe agire per ottenere un risarcimento danni per l'ingiusta detenzione subita.


IL PRECEDENTE
C'è un precedente molto simile, avvenuto sempre nella città di Pavia. Un uomo di 47 anni era stato accusato dalla figlia di essere una specie di "padre-padrone". Ma al processo la ricostruzione dell'accusa venne meno e l'imputato, nel settembre del 2014, fu assolto dal reato di abuso dei mezzi di correzione. La figlia, all'epoca della denuncia 17enne, lo incolpò di averla punita con eccessiva severità in seguito a insuccessi scolastici, di averla costretta a indossare abiti austeri, di preoccuparsi della sua salute al punto da averla indotta a seguire un corso di karate. Il pubblico ministero aveva chiesto una condanna a 3 mesi. Ma il difensore dell'uomo era riuscito a dimostrare che tutte le azioni del padre avevano come unico scopo il bene della minore e che se, ad esempio, aveva imposto abiti sobri era stato perché la figlia ne aveva indossati di succinti per la sua età.
R.I.

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