Truffa aggravata ai danni dello Stato, turbativa d'asta, falsità materiale e ideologica in atti pubblici e peculato. Sono le accuse contro Renato Maiolo, ex sindaco di Santo Stefano Roero (in provincia di Cuneo), che è stato arrestato dalla Guardia di Finanza nell'ambito di un'inchiesta della procura di Asti. Con lui fermati anche il segretario comunale Anna Maria Di Napoli oltre a un architetto e un geometra. Gli indagati si trovano tutti agli arresti domiciliari ed è stato disposto un sequestro preventivo di beni e valori per un ammontare complessivo di oltre 70mila euro. Nei prossimi giorni saranno sottoposti all’interrogatorio di garanzia. L'accusa ipotizza un sistema di sprechi di denaro pubblico e condotte illecite negli ultimi 15 anni, quelli dei diversi mandati di Maiolo: la condotta era di fatto diventata una prassi, tanto da causare un deficit finanziario di oltre 1,3 milioni al Comune, commissariato da settembre 2020.
Spese gonfiate e appalti assegnati: le accuse
A disporre le misure di ordinanza cautelare è stato il Gip del Tribunale di Asti Francesca Di Naro. Secondo gli inquirenti, «in quindici anni l’amministrazione comunale è stata destinataria di circa 15 milioni di euro di finanziamenti statali, canalizzando ingenti contributi pubblici per la realizzazione di opere edilizie, talvolta inutili o inutilizzate. Ad esempio - spiega una nota della Guardia di Finanza -, la costruzione di un’area camper sprovvista di strada per l’accesso.
«All’interno delle progettazioni per la realizzazione delle varie opere - sostengono gli inquirenti - venivano inserite spese ingiustificate e gonfiate, in modo tale da ottenere ingiusti profitti per sé e per i professionisti coinvolti a cui l’ente ha frequentemente conferito incarichi tecnici. Il tutto a danno delle risorse comunali». Le gare venivano assegnate sempre agli stessi professionisti: «Tale attivismo per la realizzazione di opere pubbliche - prosegue la Finanza - ha permesso da un lato ai professionisti di guadagnare maggiori profitti, dall’altro all’ex sindaco di ottenere consensi tra la cittadinanza, tanto da consentirgli di ricoprire a lungo la carica di primo cittadino e riuscendo così a consolidare una gestione privatistica del Comune con comportamenti anche intimidatori nei confronti di diversi dipendenti comunali».