il caso

Napoli-Milan di Champions, è polemica per il caro-biglietti

Per la gara di ritorno non esistono tagliandi ridotti. Un papà con bambino potrà andare in tribuna family sborsando però 220 euro per l'adulto (come la tribuna superiore) e 80 per il minorenne

Gianluca Monti

Per molti ma non per tutti, come per altro normale che sia in uno stadio che può contenere fino a 60.000 spettatori: Napoli-Milan, ritorno dei quarti di finale di Champions League, è appuntamento attesissimo in città e - come spesso accade in questi casi - non sono mancate nei giorni scorsi le polemiche per il "caro biglietti".

NUMERO CHIUSO

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Prezzi alti, modalità di vendita particolari (tagliandi riservati ai soli "tesserati" in una manifestazione - la Champions - per la quale la fidelity card non è necessaria) ma fin qui nulla di trascendentale, almeno per una città nella quale si sta riflettendo su una festa scudetto "a numero chiuso" in piazza del Plebiscito (roba che rischia di alimentare invece polemiche infinite e generare il caos nel fatidico giorno in cui si brinderà al terzo scudetto). A stupire stavolta sono i prezzi che il Napoli ha annunciato per la "tribuna family" (in pratica la Nisida inferiore, vale a dire l’anello più basso della vecchia tribuna laterale). Un papà (o una mamma) con bambino o bambina che riesce a prenotare il posto dovrà pagare 300 euro (220 il genitore - come nell’anello superiore dello stesso settore - e 80 il bambino). Non è specificato nemmeno nel comunicato del club se i minori di 4 anni avranno - come di consueto - ingresso gratuito mentre non esistono per questa gara tagliandi "ridotti". Dunque, chi non trova posto in "family" paga prezzo pieno anche se - per esempio - si tratta di un bambino di cinque anni.

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