Notizie Notizie Mondo Usa-Cina: tensioni si infiammano, dopo Houston Pechino pronta a chiudere consolato americano. Trump rilancia

Usa-Cina: tensioni si infiammano, dopo Houston Pechino pronta a chiudere consolato americano. Trump rilancia

23 Luglio 2020 08:55

La Cina chiuderà il consolato americano di Chengdu in ritorsione alla decisione annunciata ieri dagli Stati Uniti di chiudere, entro la giornata di domani, il consolato cinese di Houston, in Texas. E’ quanto ha riportato il South China Morning Post, facendo riferimento all’escalation delle tensioni geopolitiche tra gli States e la Cina.

Usa ordinano a Cina di chiudere consolato Houston dopo accuse di furto segreti commerciali e hacking
The Chinese flag flies outside of the Chinese consulate in Houston after the US State Department ordered China to close the consulate in Houston, Texas, July 22, 2020. – US-Chinese tensions, already rising because of the coronavirus pandemic and crackdown in Hong Kong, ratcheted up another notch on Wednesday as the US ordered the closure of the Chinese consulate in Houston within 72 hours. China reacted angrily to the US move, which came a day after the unveiling of a US indictment of two Chinese nationals for allegedly hacking hundreds of companies worldwide. (Photo by Mark Felix / AFP) (Photo by MARK FELIX/AFP /AFP via Getty Images)

Da segnalare che gli Usa hanno cinque consolati in Cina: a Guangzhou, Shanghai, Shenyang, Chengdu per l’appunto e Wuhan.

Intanto, da altre indiscrezioni riportate da Axios, emerge che il consolato cinese di San Francisco avrebbe dato rifugio a un militare cinese ricercato dall’Fbi.

Il presidente Donald Trump ha alzato i toni contro la Cina minacciando di congelare altre sue missioni diplomatiche attive nel territorio americano.

Le tensioni tra Pechino e Washington si sono riaccese nella giornata di martedì, quando il dipartimento di Giustizia Usa ha accusato due cittadini cinesi di aver rubato segreti commerciali e di aver hackerato sistemi informatici di aziende che stanno lavorando alla produzione di vaccini contro il Covid-19.

Stando a 11 capi di imputazione Li Xiaoyu, 34 anni, e Dong Jiazhi, 33 anni, avrebbero portato avanti una campagna globale di hacking per più di un decennio, rubando terabyte di dati non solo dagli Stati Uniti, ma anche dall’Australia, dal Belgio, dalla Germania, dal Giappone, dalla Lituania, dall’Olanda, dalla Spagna, dalla Corea del Sud, Regno Unito e Svezia.

La chiusura del consolato cinese di Houston, Texas, annunciata ieri dal dipartimento di Stato Usa, è stata motivata con la necessità di proteggere la proprietà intellettuale degli Stati Uniti, dopo le accuse rivolte ai due presunti hacker.

Qualche ora prima il dipartimento di Giustizia Usa si era così espresso:

“In almeno un’occasione, gli hacker hanno tentato di estorcere criptovalute dalle società vittime, minacciandole di diffondere su Internet i loro codici nel caso in cui non fossero stati pagati. Più di recente, gli imputati sono stati accusati in merito a vulnerabilità ravvisate nelle reti informatiche di società che stanno sviluppando vaccini, tecnologie di testing e trattamenti per il COVID”.

Subito dopo la notizia dell’ordine, intimato alla Cina, di chiudere il consolato con sede a Houston, il portavoce del Ministero degli esteri cinese, Wang Wenbin, ha definito la mossa “ingiustificata e vergognosa”.

Immediato l’effetto sui mercati: vittima illustre continua a essere anche oggi il dollaro, che viaggia ai minimi degli ultimi 19 mesi nei confronti dell’euro, avvicinandosi alla soglia di $1,16.