Notizie Notizie Mondo UBS-Credit Suisse: è fatta. Per la Svizzera una nuova era

UBS-Credit Suisse: è fatta. Per la Svizzera una nuova era

12 Giugno 2023 09:41

UBS-Credit Suisse: deal completato. L’annuncio del colosso di Ermotti. Nuovo capitolo storico per la Svizzera

UBS-Credit Suisse: è fatta.

Il matrimonio tra le due rivali di casa, orchestrato e annunciato a marzo dalle autorità svizzere banca centrale Swiss National Bank e FINMA a marzo, al fine di scongiurare l’acuirsi di una crisi bancaria esplosa inizialmente negli Stati Uniti con il crac di Silicon Valley Bank, è cosa fatta.

UBS ha annunciato oggi, lunedì 12 giugno, il completamento dell’acquisizione della malandata concorrente elvetica:

“Abbiamo completato l’acquisizione legale del Credit Suisse”, si legge nella lettera aperta che è stata pubblicata sui giornali elvetici e internazionali, firmata dal ceo di UBS Sergio Ermotti e dal presidente Colm Kelleher.

I due manager hanno parlato di “inizio di un nuovo capitolo storico”, sottolineando che “l’obiettivo è garantire la stabilità”.

I servizi bancari del Credit Suisse continueranno a essere forniti “come di consueto e senza interruzioni”.

La missiva precisa che le azioni e gli Ads (American Depositary Receipts) di Credit Suisse saranno a questo punto oggetto di un delisting dalla Borsa di New York e da quella di Zurigo e che gli azionisti di Credit Suisse riceveranno un’azione Ubs per ogni 22,48 possedute.

Si mette così ufficialmente la parola fine al dramma Credit Suisse, che ha angustiato i mercati finanziari globali nel mese di marzo, quando, pochi giorni dopo il crac di SVB-Silicon Valley Bank , Silvergate e Signature Bank, che ha riportato lo spettro di un evento Lehman in tutto il mondo, segnando l’avvio di una nuova crisi finanziaria, gli investitori di tutto il mondo hanno assistito agli ultimi giorni del colosso elvetico come banca svizzera indipendente.

Vale la pena diricordare che l’acquisizione di Credit Suisse da parte della sua rivale di casa storica è stata accompagnata da un’ondata di polemiche per il modo in cui è stata gestita.

UBS-Credit Suisse: il caso dei bond azzerati

In primis, pur presentata come una operazione di mercato, la transazione ha visto come registe non le due banche direttamente interessate, ma il governo elvetico.

In primo piano il ruolo della Swiss National Bank, e dell’autorità di mercati FINMA, che hanno bypassato gli azionisti degli istituti di credito, azzerando, con il deal, i detentori dei bond AT1 di Credit Suisse.

Nell’arco di poche ore, quegli obbligazionisti sono ritrovati con bond di un valore pari a zero.

La furia degli obbligazionisti è stata accompagnata dal panico degli investitori per l’intero mercato dei bond At1 tanto che la Bce di Christine Lagarde è stata costretta a rassicurare i detentori di quelle obbligazioni delle banche dell’area euro, cercando di sedare la preoccupazione per un azzeramento del loro valore.

Da noi bond AT1 blindati, ha detto Lagarde, insieme all’Autorità bancaria europea (EBA) e al Comitato di risoluzione unico SRB.

La svalutazione di quei bond di Credit Suisse ha azzerato un valore di investimenti pari a 16 miliardi di franchi svizzeri, con una mossa straordinaria con cui le autorità elvetiche hanno deciso di proteggere prima di tutto gli azionisti, rispetto agli obbligazionisti, con un iter contrario rispetto a quanto avviene in Europa.

Il caso ha portato la stampa americana a parlare anche di Svizzera come di “Repubblica Finanziaria delle Banane“, mentre Goldman Sachs parlava, in riferimento agli obbligazionisti azzerati, della “più grande perdita mai inflitta nella storia ai detentori dei bond AT1 dalla nascita di questa asset class successiva alla crisi finanziaria”.

Sarà anche per questo che Sergio Ermotti, “storico” ceo di UBS tornato alla guida del colosso elvetico proprio dopo l’annuncio del deal, ora avrebbe deciso di rimettere in riga i banchieri di Credit Suisse che sono confluiti nella sua nuova UBS. E’ quanto riporta un articolo del Financial Times, in base a quanto appreso da alcune fonti vicine alle due banche che sono convolate a nozze.

Si parla di una dozzina di paletti che UBS avrebbe imposto ai banchieri dell’istituto acquisito: paletti tra cui spiccherebbe l’obbligo di prendere le distanze da potenziali nuovi clienti che risiedano in paesi considerati ad alto rischio. Imperativi volti a ripristinare la credibilità del sistema bancario svizzero, che vede ora UBS come unica banca a detenere la caratteristica di colosso finanziario globale e, anche, a impedire che quei problemi che hanno decretato la morte di Credit Suisse come banca indipendente contagino la stessa UBS.

In ballo, nella strategia che Ermotti sta plasmando per la nuova UBS, ci sarebbero tagli importanti allo staff e lo smobilizzo anche degli asset considerati più rischiosi.

Non è escluso inoltre che Ermotti decida di mettere alla porta manager di alto livello per snellire la struttura del gigante finanziario.

Ermotti è tornato alla guida di UBS di cui era stato ceo nel periodo compreso tra il 2011 e il 2020.

UBS e l’utile post Credit Suisse. Cosa ha detto il ceo Ermotti

Quella scommessa sulla finanza d’azzardo che ha messo KO la banca

Un po’ di storia: Credit Suisse, ex Schweizerische Kreditanstalt, è stata fondata nel 1856 dal magnate Alfred Escher con l’obiettivo di finanziare la costruzione della rete ferroviaria svizzera.

Il gruppo bancario è riuscito poi a trasformarsi in un gigante finanziario globale, portando la Svizzera, insieme alla rivale Ubs, a diventare un centro della finanza mondiale.

Credit Suisse si è lanciata tuttavia da qualche anno a questa parte nella cosiddetta finanza d’azzardo: una situazione che si era presentata insostenibile già mesi prima della fine dei giochi ufficiale di metà marzo.

Soltanto nel quarto trimestre del 2022, la banca aveva assistito a un’emorragia del 38% dei suoi depositi, assediata dal fenomeno della corsa agli sportelli (bank run), lanciata dai suoi clienti, straziata dunque dal fenomeno della fuga dei depositi, che poi avrebbe provocato il crac delle americane Silicon Valley Bank e, anche, di Signature Bank.

Reduce da una perdita netta 7,3 miliardi di franchi, nell’intero 2022, Credit Suisse finiva per pagare il forte attacco contro le sue azioni e i suoi bond.

LEGGI ANCHE

Credit Suisse: dopo notizia shock fuga clienti ancora nuovo minimo intraday record per il titolo. Vontobel taglia target price

Alert Credit Suisse: clienti ricchi in fuga dal wealth management. La banca aspetta ora i soldi sauditi

Credit Suisse sotto il fuoco delle vendite (e delle indagini). Titolo paga esposizione a hedge fund Archegos e annuncio aumento di capitale

Ubs, ricorda un articolo di Bloomberg, affonda le sue radici in ben 370 istituzioni finanziarie separate che si sono succedute nel corso di 160 anni: una storia culminata poi nella fusione tra Union Bank of Switzerland e Swiss Bank Corporation, avvenuta nel 1998.

Credit Suisse è stata acquistata da UBS per un valore di 3 miliardi di franchi svizzeri. Ma diverse le garanzie che lo Stato svizzero ha concesso a UBS, al fine di evitare che i problemi della preda malata finissero per colpire anche la banca acquirente.