Notizie Dati Macroeconomici L’inflazione dell’Eurozona rallenta ma non troppo, ora la palla passa alla Bce

L’inflazione dell’Eurozona rallenta ma non troppo, ora la palla passa alla Bce

30 Novembre 2022 12:48

Primi segnali di rallentamento per l’inflazione dell’eurozona, che aumentano le possibilità di una Bce meno restrittiva nella prossima riunione del 15 dicembre. A novembre, secondo la lettura preliminare di Eurostat, l’indice dei prezzi al consumo della zona euro è cresciuto del 10,0% annuo, rispetto al 10,6% di ottobre e al 10,4% previsto dagli analisti.

 

Decisiva la frenata dei costi energetici

Per l’indice dei prezzi al consumo dell’eurozona di tratta del primo rallentamento in un anno e mezzo e della maggior frenata dal 2020. L’inflazione energetica è stata il motore più importante del calo passando dal 41,5 al 34,9%. I prezzi dei generi alimentari, invece, sono cresciuti più rapidamente.

L’inflazione core, depurata dalle componenti più volatili quali cibi freschi, energia, alcool e tabacco, è rimasta stabile al 5%, in linea con le attese degli analisti. Un dato “ancora troppo elevato”, spiegano gli analisti di ING, “ma i segnali provvisori che siamo al picco dell’inflazione o in prossimità dello stesso stanno aumentando”.

 

La chiave resta il sentiero dell’inflazione core nei prossimi mesi

Il tema più importante secondo gli analisti è capire come si muoverà l’inflazione di fondo nei prossimi mesi. Il Cpi core, infatti, tende a reagire più lentamente agli shock energetici e molti dei costi più elevati non si sono ancora riflessi sui consumatori.

D’altra parte, sottolinea ING, “gli effetti del precedente shock dell’offerta, ovvero la pandemia, stanno ancora condizionando i numeri”. Questo fattore “aggiunge pressioni disinflazionistiche per i prossimi mesi”, ma “non prevediamo un rapido calo dell’inflazione core a breve, visto che “un altro shock ai prezzi energetici potrebbe infatti spingere nuovamente l’inflazione verso l’alto”.

Nei giorni scorsi il vicepresidente della Bce, Luis de Guindos, ha sottolineato che “il segnale che dobbiamo continuare a seguire è l’evoluzione dell’inflazione sottostante”, riferendosi verosimilmente proprio al dato core, rimasto per ora invariato al 5%.

 

La Bce valuta rialzo dei tassi da 50 punti base a dicembre

I dati alimentano il dibattito sulle prossime mosse della Bce. Il rallentamento dei prezzi al consumo nell’eurozona suggerisce infatti che ci troviamo in prossimità di un picco dell’inflazione, mentre il contesto generale continua a mostrare segnali di recessione.

I funzionari della Bce hanno più volte ribadito che ogni decisione di politica monetaria verrà valutata di riunione in riunione sulla base dei dati.

Alla luce del rapporto odierno sull’inflazione, l’Eurotower potrebbe prendere in considerazione un rialzo dei tassi da 50 punti base nella prossima riunione del 15 dicembre, dopo due strette consecutive da 75 punti base nei precedenti meeting.

 

In Italia l’inflazione resta sui massimi da 38 anni

Mentre nell’area euro l’inflazione mostra segnali di stabilizzazione, in Italia il ritmo di crescita dei prezzi rimane sui massimi dal 1984. Secondo le stime preliminari dell’Istat, a novembre l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,5% su base mensile e dell’11,8% su base annua. La variazione annua è la stessa di ottobre (dato rivisto da +11,9% a +11,8%). Il consensus Bloomberg indicava un rallentamento a +11,3% a/a.

L’inflazione acquisita per il 2022 è pari a +8,1% per l’indice generale e a +3,7% per la componente di fondo.

“Se nei prossimi mesi continuasse la discesa in corso dei prezzi all’ingrosso del gas e di altre materie prime, il fuoco dell’inflazione, che ha caratterizzato sin qui l’anno in corso, potrebbe iniziare a ritirarsi”, commenta l’Istat.