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Cutro, al corteo per le vittime del naufragio c’è anche Schlein: “Da un anno chiediamo verità e giustizia”

Un anno fa, davanti alla costa di Steccato di Cutro, avveniva un terribile naufragio, costato la vita ad almeno 94 persone. I familiari delle vittime e i sopravvissuti si sono riuniti in un corteo per chiedere verità sull’accaduto e giustizia per i morti.
A cura di Annalisa Girardi
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Alla vigilia del primo anniversario del terribile naufragio, familiari delle vittime e superstiti si sono riuniti in un corteo a Steccato di Cutro per ricordare la tragedia. "Mai più stragi di migranti nel Mediterraneo", si legge in uno striscione. Si chiede a gran voce giustizia per chi ha perso la vita nella notte del 26 febbraio 2023, si chiede di fare luce su quanto accaduto.

C'è anche la segretaria del Partito democratico nel paesino calabrese. Elly Schlein si è recata nella spiaggia davanti a cui, un anno fa, il caicco carico di migranti partito dalla Turchia si schiantò contro una secca, spezzandosi e affondando. La leader dem, accompagnata dai pescatori che furono i primi a intervenire quella notte, ha deposto sulla sabbia un cuscino di fiori.

"È passato un anno dalla strage di Cutro dove oggi torneremo, saremo a Steccato di Cutro e poi a Crotone ad accompagnare e partecipare alle iniziative di commemorazione organizzate dalle associazioni e saremo lì per continuare a chiedere come un anno fa verità e giustizia per quella strage con 94 morti e diversi dispersi di cui 34 bambini. Siamo qui a fare la stessa domanda di un anno fa al ministro Piantedosi e al governo, non avendo ancora oggi avuto risposte: perché nonostante le informazioni e le segnalazioni non sono partiti i mezzi più adeguati per i soccorsi?", ha commentato Schlein questa mattina, appena arrivata in Calabria.

A Cutro ci sono anche altri due esponenti dem: la deputata Laura Boldrini e l'europarlamentare Pietro Bartolo. "Oggi abbiamo incontrato i parenti delle persone morte durante quella tragica notte e coloro che si sono salvati. A loro la presidente Meloni, il 16 marzo, promise il ricongiungimento dei superstiti con le famiglie rimaste in Afghanistan. E promise anche che i familiari delle vittime sarebbero stati portati in Italia. Non solo la promessa non è stata mantenuta, ma nessuno di loro è mai stato ricontattato né ha avuto notizie di alcun genere", hanno affermato dopo l'incontro con i familiari delle vittime e i superstiti. Per poi aggiungere: "Queste persone chiedono giustizia e verità su quello che è successo quella notte. E si aspettano che le promesse fatte siano mantenute. Era dovere del governo essere qui e parlare con queste persone. E invece non è successo".

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