Scuola, ancora un piccolo aumento per gli stipendi dei docenti

di Valentina Santarpia

Sbloccati 300 milioni, che porteranno l’aumento mensile lordo degli stipendi degli insegnanti a 124 euro al mese lordi. Cgil: «Importante per chiudere il contratto». Cisl: «Il cammino è ancora lungo ma per ora abbiamo ottenuto quanto speravamo»

Scuola, ancora un piccolo aumento per gli stipendi dei docenti

Da 100 a 124 euro lordi al mese: sale ancora un po’ l’aumento degli stipendi dei docenti deciso alla fine dello scorso anno, grazie allo sblocco di 300 milioni di euro circa, stanziati dalla legge di bilancio 2022 sul Fondo per il Miglioramento dell’Offerta Formativa (FMOF): saranno destinati, come da accordi già presi con i sindacati, all’incremento della componente fissa della retribuzione del personale della scuola. «L’obiettivo è, dopo tanti anni di immobilismo- si legge nella nota del ministero dell’Istruzione - avviare un progressivo miglioramento delle retribuzioni nel comparto scuola e sostenere specifiche politiche del personale finalizzate a rafforzare l’orientamento e a contrastare la dispersione, nell’ambito di un nuovo modello di scuola incentrato sul merito». A fine anno era stato deciso lo sblocco degli arretrati.

Soddisfatti i sindacati. «Sono assolutamente contento, ce lo aspettavamo ed era importante per accelerare la chiusura del contratto», commenta Francesco Sinopoli, Cgil. «È un obiettivo che come sindacato abbiamo fortemente voluto e per il quale abbiamo combattuto, sia con il ministro Bianchi che con l’attuale ministro- dice la segretaria Cisl Ivana Barbacci- Il ministro Valditara si è impegnato da subito a integrare l’atto di indirizzo del contratto collettivo nazionale, per garantire la libera gestione di queste risorse. Oggi possiamo dire di aver ottenuto quanto speravamo e quindi di essere riusciti ad integrare anche se in una parte ancora insufficiente, le retribuzioni dei docenti. Il cammino per adeguare gli stipendi al costo della vita e alla complessità della professione è ancora in corso e dovrà completarsi con finanziamenti adeguati nelle prossime leggi di bilancio. E questi 300 milioni vanno a completare l’aumento contrattuale per il quale abbiamo firmato l’accordo per la prima tranches di novembre: quindi presi da soli non valgono granché, ma sommati alla precedente emissione e quella di dicembre si arriva alla media di aumento prevista nel pubblico impiego ovvero di 124 € mensili per quanto riguarda i docenti».

« Ne prendiamo atto favorevolmente- dice il segretario Uil Giuseppe D’Aprile- Il ministro Valditara ha mantenuto gli impegni presi in sede di stipula del ccnl scuola. È il risultato dell’accordo del 10 novembre scorso. È stato fatto un buon lavoro, anche se le cose da fare sono ancora molte e occorre definirle in modo adeguato per arrivare in tempi brevi alla sottoscrizione della parte giuridica del contratto economico siglato a dicembre, alla definizione di un piano serio sul reclutamento per porre fine a un precariato senza precedenti, all’eliminazione dei vincoli sulla mobilità e allo stanziamento di ulteriori fondi per il rinnovo del prossimo ccnl già scaduto, anche in un’ottica di valorizzazione economica e professionale di tutte le figure che lavorano all’interno della scuola».

«Abbiamo portato a compimento l’impegno che avevamo assunto in sede politica e con il personale scolastico -ha commentato Valditara- La valorizzazione dei lavoratori della scuola è una delle nostre missioni, perché non può esserci Merito senza Dignità, che va salvaguardata anche tramite l’incremento delle risorse destinate a migliorare le retribuzioni in tutto il comparto scuola». A gennaio era circolata anche l’ipotesi - che aveva sollevato un certo clamore- che si potessero stabilire stipendi differenziati in base alla regione di appartenenza, ma il ministro aveva subito smentito questa possibilità.

Critico M5S: «Sono passati quasi tre mesi dallo stanziamento di quelle risorse e parliamo di aumenti mensili che visti i rincari al carrello e in bolletta daranno ben poco ossigeno ai prof italiani, che restano i meno pagati in Europa. Un prof italiano guadagna ogni anno 16.000 euro lordi l’anno in meno di un collega in Europa, con tutto ciò che ne consegue anche dal punto di vista contributivo e pensionistico. Insomma, serve di più».

16 marzo 2023 (modifica il 21 marzo 2023 | 10:59)