Landini: «Con Meloni le distanze restano, pronti allo sciopero»

di Cesare Zapperi

Il segretario chiude il congresso della Cgil confermando che non c’è stato alcun riavvicinamento con il governo e preannunciando iniziative di protesta

Landini: «Con Meloni le distanze restano, pronti allo sciopero»

La partecipazione della premier Giorgia Meloni al congresso della Cgil non ha cambiato, né poteva cambiare, le posizioni contrastanti tra governo e sindacato. Maurizio Landini lo dice chiaro aprendo l’intervento di chiusura della tre giorni riminese: con il governo c’è «una diversità molto profonda, molto consistente. Per tutto il sindacato italiano non c’è possibilità di discussione, bisogna avviare una mobilitazione che non esclude alcuno strumento, compreso se necessario lo sciopero. Lo vogliamo fare insieme a Cisl e Uil, ne discuteremo con loro, abbiamo già un incontro fissato la prossima settimana».

Poi aggiunge: «Ci sono momenti e questo è questo è uno di quelli in cui bisogna avere il coraggio delle proprie idee e osare: abbiamo un governo che può durare 5 anni e che ha la maggioranza in parlamento, la premier è venuta qui, la ringraziamo, ma è venuta a confermare le scelte che ha fatto e che non ha discusso con noi». Il messaggio del premier è «sì, sei importante ma non ho bisogno di te», glielo dimostreremo, perché noi rappresentiamo la maggioranza dei lavoratori. Non facciamo l’errore di pensare che quelli che non non sono andati a votare improvvisamente non hanno più capito niente».

Le differenze rispetto alla riforma fiscale ipotizzata dal governo Meloni sono marcate. Spiega il leader Cgil: «Il 94 per cento dell’Irpef la pagano i lavoratori dipendenti e i pensionati. Non siamo più disponibili ad accettare l’idea di un sistema fiscale che continua a gravare unicamente sul lavoro dipendente e i pensionati». Landini aggiunge con toni da battaglia: «Per noi `la festa e´ finita’ perche’ per noi la festa non è mai cominciata». Sui criteri della legge delega «non siamo d’accordo» e «finora non hanno discusso con noi», occorre «allargare la base imponibile».

«È necessario rimettere al centro il lavoro e la persona come elemento, non solo in difesa di una condizione, ma come elemento per cambiare il modello sociale ed economico che in questi anni sostanzialmente si è affermato» rimarca il segretario che poi ringrazia il presidente della Repubblica Mattarella, che «con il suo messaggio e le sue belle parole ha riconfermato il valore della nostra Costituzione e il valore del lavoro. Lo ringraziamo perché non è stato un saluto formale, ma ha messo i piedi nel piatto e ha indicato come sia necessario davvero rimettere al centro il lavoro e le persone e l’importanza del superamento della precarietà». Sulla riforma presidenzialista cara a Fratelli d’Italia: «Non ho capito cosa c’entra il presidenzialismo con le politiche industriali, confesso la mia ignoranza: non abbiamo bisogno di trasformare il Parlamento e la democrazia in un’impresa con un padrone che comanda. Non so se ci sia un collegamento di questa natura, gli spazi di democrazia si devono allargare e non ridurre».

Parole ferme anche sulla guerra in Ucraina: «Si è aperto un processo di riarmo che non ha precedenti» mentre «si taglia sulla spesa sociale». Occorre andare «avanti con la battaglia per la pace e per fermare una guerra assurda» la sollecitazione di Landini che offre alla premier Meloni un riconoscimento: «Ho trovato importante che la presidente del Consiglio abbia condannato l’assalto alla nostra sede da forze dall’estrema destra e concordo sul fatto che insieme dobbiamo combattere e respingere la violenza, perché se il terrorismo nel nostro Paese è stato sconfitto è grazie al movimento dei lavoratori. «Però, tra il dire e il fare, se lo si vuole condannare, si applichi la Costituzione. Questo parlamento faccia quello che deve fare, si sciolgano le forze che si richiamano al fascismo: un atto di questo genere parlerebbe molto di più di tante dichiarazioni. Si rimetta al centro la Costituzione».

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18 marzo 2023 (modifica il 18 marzo 2023 | 12:05)